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E' molto difficile trovare qualcosa di nuovo da dire sulla Medusa () o sulle Gorgoni (), il cui nome deriva da gorgòs, spaventoso.

Da secoli tutti hanno dato libero sfogo alla propria immaginazione, facendo nascere le più disparate leggende e disegnando molteplici immagini. Noi abbiamo cercato di attenerci alla leggenda il più possibile, riportando la storia nel modo più lineare possibile, pur non tralasciando le molteplici interpretazioni.
Nelle favolose tradizioni non c'è forse nulla di più celebre delle Gorgoni e nulla, grazie al cielo, di più ignorato negli annali del mondo. Infatti la favola delle Gorgoni altro non sembra che uno stravagante prodotto dell'immaginazione, oppure un mostruoso edifizio innalzato sopra fondamenta, la cui origine è uno scoglio entro cui si rompe la sagacità dei critici.

E partiamo da Forco. "Chi era costui?" - di manzoniana memoria. Forco era un dio marino, figlio di Gea e di Ponto, fratello di Nereo, di Taumante, di Euribia e di Ceto "dalle belle guance", che poi sposò. Da quest'unione nacquero Scilla e le Fòrcidi, ossia le Graie e le Gorgoni, ed un serpente dal terribile aspetto. Quest'ultimo era il custode nelle caverne dei pomi aurei; le Graie erano invece rappresentate da tre vecchie dai capelli grigi ed un solo occhio che facevano da sentinelle alle Gorgoni.

Ma è delle Gorgoni che volevamo parlare ed in particolare di Medusa. La "Gorgone" inizialmente era un solo terribile mostro femminile immaginato dapprima come essere unico, secondo Omero e poi, secondo Esiodo, invece da tre sorelle: Steno, Eurialo e Medusa appunto. Le prime due erano immortali e non potevano invecchiare, la terza invece era mortale. Esse abitavano sull'altra riva dell'inclito Oceano, all' estremità del mondo presso il soggiorno della Notte, dove si trovano le Esperidi dalla "voce sonora".


Testa di Gorgone


Volendo in esse personificare il terrore erano rappresentate come tre mostri con un solo occhio torvo, un solo dente, le chiome di serpi, ampie ali alle spalle, unghie leonine alle mani ed ai piedi. Secondo altri avevano le ali d'oro, le mani di ferro, lunghissime zanne di cinghiale dalle quali sporgeva la lingua, ed erano avvolte nel capo e nella cintura da grovigli di serpenti. Chiunque guardasse le loro mostruose fattezze restava immediatamente di pietra.

Medusa, il cui nome in greco significa "colei che domina", inizialmente sembra essere stata una donna bellissima con capelli meravigliosi. Poseidone si innamorò di lei, si trasformò in uccello e la rapì. La sedusse nel tempio di Atena e Medusa nascose il volto dietro l'egida della dea. Atena, offesa sia per averli scoperti nel suo tempio, sia perchè la Gorgone aveva osato vantare i suoi capelli come più belli di quelli della dea, la punì trasformandola in mostro con gli occhi di fuoco, la lingua penzolante, con zanne enormi e serpi al posto dei capelli. Inoltre, come già detto, pietrificava chiunque la guardasse.

A questo punto entra in gioco un eroe argivo, figlio di Zeus e di Danae e cioè Perseo ().
Zeus, sotto forma di raggio di sole o pioggia d'oro, era riuscito a raggiungere e amoreggiare con Danae che era stata rinchiusa in un sotterraneo dal padre Acrisio, Re di Argo, in una torre di bronzo, perchè non gli generasse un nipote destinato, secondo l'oracolo, ad ucciderlo. Gettato in mare appena nato, assieme alla madre, Perseo, salvato da un pescatore, approdò a Serifo, dove il Re Polidette accolse i due naufraghi.
Fattosi adulto, fu indotto dal Re, desideroso di sbarazzarsi di lui per sposare Danae, di cui si era invaghito, a promettergli di portargli in dono la testa della Medusa. Egli voleva pungolare il giovane affinché affrontasse imprese impossibili. Perseo, con l’incoscienza della giovinezza, non solo non comprese la difficoltà dell’impresa, anzi ne fu esaltato.


Testa di Perseo - V° sec. a.C.
Foto Maicar Förlag - GML

Si mise dunque in cammino, senza nemmeno sapere dove abitassero le Gorgoni. Ma Atena ed Hermes lo presero sotto la loro protezione. Il dio gli regalò una scimitarra dalla lama seghettata, calzari alati con cui volare ed un elmo che rendeva invisibile chi lo portava e lo indirizzò dalle Graie, abitanti al di là del vento del Nord, dove avrebbe potuto ottenere informazioni utili per conoscere l’abitazione delle Gorgoni. Perseo s’impossessò dell’unico occhio delle tre Graie e, con quel pegno in mano, si fece da loro indicare il luogo dove trovare le Ninfe dello Stige che, secondo Hermes, avrebbero potuto essergli utili. Quelle ninfe infatti gli diedero una bisaccia, dove avrebbe potuto riporre la testa della Medusa, e e gli dissero finalmente anche dove esse abitavano: al di là dell’Oceano poco lontano dal Giardino delle Esperidi.

Perseo trovò le Gorgoni addormentate. Per evitare l’effetto pietrificante alla loro vista, egli si avvicinò loro con la testa voltata, mentre Atena gli teneva il suo scudo a mò di specchio. Sembra che egli le uccise tutt’e tre, ma Atena guidò la sua mano affinché fra le tre potesse essere individuata Medusa. Perseo, con la spada, regalatagli da Hermes, le troncò il capo.


Testa troncata di Medusa
Lekphrasis&al - UNI Chicago by Michell W.J.T.

Dal sangue del collo uscirono Pegaso (), il cavallo alato - domato poi da Atena e donato a Bellerofonte per combattere la Chimera – e Crisàore – dalla spada d’oro che fu padre del mostro trimembro Gerione.

Senza guardare l’orribile testa, Perseo la mise nella bisaccia, regalatagli dalle ninfe e si alzò in volo, grazie ai calzari alati. Per tornare a casa, sorvolò le coste della Libia, mentre dalla bisaccia stillavano gocce di sangue: quelle che cadevano nel deserto si trasformarono in vipere, quelle cadute in mare in corallo. Secondo altri dal collo uscirono due fiotti di sangue, l’uno velenoso, l’altro con la proprietà di far risuscitare i morti.


Raffigurazione di Gorgone - 570 a.C.
Lastra proveniente dall'Athenaion di Siracusa

Ma non per tutti Perseo ammazzò tutte e tre le Gorgoni. Per altri autori egli decapitò la sola Medusa. Quando le altre due Gorgoni si risvegliarono e videro quanto era successo alla sorella, si precipitarono dietro a Perseo, ma grazie all’elmo dell’invisibilità, egli riuscì a sfuggire alla loro vendetta.

Sulla via del ritorno, quando il gigante Atlante si rifiutò di aiutare a Perseo, questi gli mostrò la testa della Medusa ed Atlante ne fu pietrificato. Calzando i sandali alati di Hermes, Perseo vide Andromeda incatenata ad una roccia, che stava per essere divorata da un mostro marino. Uccise il mostro e sposò Andromeda.


Perseo salva Andromeda dal mostro
Giuseppe Cesari 1568-1640 -Photo Malcar Förlag - GML

Durante il pranzo nuziale un antico pretendente di Andromeda sfidò Perseo che gli mostrò la testa della Medusa, trasformandolo in pietra assieme a tutti gli invitati. Ritornando da sua madre con Andromeda, scoprì che Danae si era nascosta per sfuggire alle pressanti richieste amorose di Polidette. Anche stavolta durante un banchetto, Perseo mostrò la testa di Medusa al Re e lo pietrificò. Poi dette il trono di Argo al cugino Megapente, scambiandolo con quello di Tirinto e donò la testa della Medusa ad Atena, la quale la mise sul suo scudo, l’egida, per terrorizzare i nemici.

Numerose e discordanti sono le interpretazioni del mito delle Gorgone presso gli antichi e anche presso gli storici moderni: per alcuni “la Gorgone” sarebbe stata la stessa Atena nella sua originaria natura di divinità guerriera con la testa terrificante o la Luna nelle sue diverse fasi ed effetti apotropaici; per altri una regina o un’amazzone vinta da Perseo o infine la personificazione delle spaventevoli forze della Natura, quali un cumulo di nubi nella furia di un temporale.

Medusa significa sovrana, in sanscrito significa Medha, in greco Metis, in egizio Met o Maat. Il nome Medusa è stato importato in Grecia dalla Lybia, dove venne adorata dalle amazzoni libiche come la loro Dea-Serpente. Medusa (Metis) era di aspetto terrificante di triplice dea, chiamata anche Neith, Anath, Athene, oppure Ath-enna nel Nord-Africa e Athana nel 1400 a. C. nella Creta minoica.


Gorgone su statua di Atena in grande rilievo

Medusa originariamente aveva l’aspetto della dea Athene della Lybia, dove appunto lei era la Dea-Serpente delle Amazzoni libiche. Nelle immagini i suoi capelli a volte sembravano ciuffi terrificanti che dimostrerebbero le sue origini africane. In Africa appunto, aveva il volto nascosto e pericoloso. Era scritto che nessuno poteva alzarle il velo e che, se guardata in faccia, procurava immediatamente la morte, mentre poteva anche predire il futuro.
Essa rappresentava i cicli del tempo come passato, presente e futuro od i cicli della natura come vita, morte e rinascita. Medusa è creatività e distruzione universale in eterna trasformazione. E’ la guardiana della soglia, mediatrice tra la realtà del cielo, la terra ed il mondo sotterraneo. E’ la signora degli animali, energia latente ed attiva.

La figura di Medusa appare anche con la comparsa della scultura monumentale. A Corcira (oggi Kerkira o Corfù), nel tempio di Artemide (Artemision), minuscoli personaggi circondano il motivo centrale, la Gorgone, affiancata da pantere. L’uccisione di Medusa colpisce lo spettatore per la sua brutalità espressiva del mostro che, al centro del frontone, monopolizza l’attenzione.


Corfù - Tempio di Artemide ca 590 a.C.

Fra le più antiche raffigurazioni si possono ricordare quelle su una grande anfora protoattica, proveniente da Eleusi del VII° sec. a. C. ed un'altra sul frontone del tempio di Artemide a Corfù. Nel V° secolo, l’aspetto delle Gorgoni si umanizza in numerose varianti perdendo l’atteggiamento mostruoso come la “Medusa Rondanini” nel Museo di Monaco di Baviera.
Anche Perseo con Medusa è sempre rappresentato con opere insigni. L’eroe greco, Medusa e Pegaso apparivano di frequente nell’arte antica, nei vasi attici, nelle urne etrusche, nei sarcofagi, nelle monete e nelle pitture murali campane. In tempi moderni celebri sono le statue di Antonio Canova con il “Perseo e la testa della Medusa” e con il “Perseo” in bronzo di Benvenuto Cellini, che innalza con la mano la testa mozza di Medusa. In quest’ ultima opera da notare la preziosità del basamento, adorno di piccole statue e dei e dalla scena di Andromeda liberata dall’eroe.
Certamente da ricordare anche pitture notevoli come quelle del Bernini e, più recente, il magnifico Pegaso di Picasso oltre agli artisti più recenti.


Il Pegaso di Picasso

Una Gorgone intera appare solamente su una pubblicazione in argento etrusca, ma la Gorgone, o meglio la maschera gorgonica, appare spesso e ben distintamente sull’egida di Atena o come decorazione sulla corazza di un imperatore romano o addirittura dell'imperatore Carlo V°

Desideriamo infine ricordare espressioni di grandi poeti che utilizzarono il nome di Medusa nelle loro opere.
Fra questi Omero che credeva la testa della Medusa fosse in possesso di Proserpina, perchè fa dire ad Ulisse, sceso agli Inferi: “Timor m'assalse non l'orribil testa / della tremenda Gòrgone la diva / Proserpina inviasse a me dall'Orco” (Odissea, XI). Ed ancora: “Signor del campo, d'ogni parte intanto / agitava i destrieri il grande Ettorre, / di bel crine superbi, e rotar bieco / le luci si vedea, come il Gorgone, / o come Marte che nel sangue esulta.” (Iliade, Canto VIII°).
Shakespeare, nel Macbeth, alla scoperta dell’assassinio di Duncan, di Macduff dice: ”Avvicinatevi alla camera e una nuova Gorgone vi toglierà la vista.”
Anche Gabriele d’Annunzio ricorda Medusa con “Grandi medusei capelli/ bruni come le brune foglie morte” e con “Rivedeva, nella memoria / l’immagine terrifica e quasi gorgonica della donna”.

E per finire una curiosità. La testa della Medusa serviva anche per scopi pratici: i panettieri greci solevano dipingere maschere gorgoniche sui loro forni per prevenire i curiosi dall'aprire lo sportello, perchè la corrente d'aria fredda avrebbe mandato a male il pane.





Pochi giorni dopo l'uscita di questo lavoro, ci è giunta una comunicazione che volentieri giriamo ai lettori.


Statua non identificata della Medusa

Chiunque conosca qualcosa relativamente a questa immagine, per favore si metta in contatto con noi o con il sito Women in Greek site a questo indirizzo. Grazie.