La Gorgone fa la sua comparsa molto presto nella storia della moneta. Pochi decenni dopo la sua prima diffusione dalle coste della Lidia, caratterizza già i tipi di molte monetazioni sviluppatesi nella sfera di influenza del mondo greco tra il VI° e il V° secolo a.C. La Medusa, terrifica a vedersi, ha però la valenza di amuleto e simbolo di protezione. Va osservata la difficoltà tecnica che l’incisore trovava nell’incidere volti affacciati, a causa della sporgenza del naso. Del resto la Gorgone non può che essere ritratta di fronte e così fecero gli artisti greci, nonostante le difficoltà, regalandoci raffigurazioni davvero spettacolari. Passata la fase iniziale “arcaica” le immagini della Medusa si fanno più rare ma si spingono nella monetazione romana fino al III° secolo d.C.



Monetazione arcaica:
A - Olbia, Aes Grave; B - Licia, Dinastia incerta, statere
C - Troas Abydos, statere; D - Amastris, Paphlagonia


Cercare di semplificare e di classificare le numerosissime monete raffiguranti la Gorgone o il Perseo, non è cosa estremamente semplice per le migliaia di monete che li rappresentano. Moltissime regioni e città hanno preso questa raffigurazione come loro simbolo.
Cerchiamo qui, nel modo più semplice possibile di farne una sia pur incompleta esposizione.


Carta delle località citate nel testo


a) MONDO GRECO

a.1 – Pontus

I dioboli di Apollonia e il Black Sea Hoard

Con l’eccezione di poche emissioni recanti la svastica, la monetazione di Apollonia (Ponto) si caratterizza per la presenza della Medusa da un lato e dell’ancora dall’altro. Spesso nel campo c’è una A che identifica la città. La produzione monetaria si snoda tra il V° e il IV° secolo a.C.
La raffigurzione della Gorgone si presenta con tipi diversi di stile. A partire da uno stile arcaico, in cui la raffigurazione del volto è mostruosa ed è circondata da serpentelli in forma di S, a tipi successivi, con tratti più umani senza serpenti nella chioma.
Di queste monete con le Gorgoni esistono moltissime falsificazioni effettuate in Bulgaria negli ultimi decenni. Nel 1988 si diffuse voce di un ritrovamento consistente, detto Black Sea Hoard, da cui provenivano migliaia di nuove e allettanti monete. Purtroppo erano voci messe in giro ad arte per convincere le case d’asta occidentali a comprare per poca spesa monete di un certo valore commerciale. Pare che anche il famigerato maestro della falsificazione Slavey Petrov si sia dilettato a falsificare le dracme di Apollonia.

Altre città affacciate sul Mar Nero coniarono Gorgoni, in particolare Olbia Pontica e Amisos di cui si notano bei bronzi con l’egida della Gorgone al diritto.



Apollonia Pontica. D: Gorgone; R: Ancora




Amisos pontico: Gorgone sull'egida;
la terza e quarta moneta mostrano Perseo con la testa di Medusa mozzata in mano



a.2 – Parion, Lampsakos, Kyzicos (Mysia) e Maroneion (Tracia)

Non diversamente da Apollonia, anche la monetazione di Parion (città turca posta sul Mar Nero) presenta al diritto la Gorgone con lingua protrudente mentre al rovescio viene raffigurato un toro retrospiciente. Non è chiaro perchè Parion scelse questo simbolo, forse solamente per intimidire le popolazioni limitrofe con una millantata imbattibilità militare. La monetazione inizia nel V° secolo con una tipologia arcaica e presenta il rovescio incuso con forme geometriche o quadrati. Nella sua tipologia classica la Gorgone ha la lingua protrudente e serpentelli tra i capelli. Il rovescio presenta un toro a sinistra retrospiciente con la scritta . Anche di questa monetazione abbondano i falsi.



A, B, C = Parion; D = Mysia, statere in elettro; E, F = Lampsakos;
G = Kyzicos; H = Maroneion


a.3 – Neapolis (Macedonia)

Coeve alle precedenti si annoverano in Macedonia le seguenti emissioni:


Le prime quattro monete sono di Neapolis;
le ultime due macedoni di anonimo. IV° sec. A.C.


a.4 – Atene (Attica)

Nell’Atene preclassica si coniarono monete con la Gorgone, non diversamente dal resto della Grecia. Le emissioni del periodo 530-510 sono note come “wappenmünzen”, ossia “blazon coins” e comprendono una varietà ampia di tipi emessi in celebrazione delle più potenti famiglie di Atene. Comprendono sia didracme che tetradracme e presentano il rovescio con un quadrato incuso. Alcune raffigurano appunto la Gorgone al diritto. Dal 513 ad Atene inizò al produzione delle famose “civette”.



Atene - le monete sono rispettivamente: Wappenmünzen;
didracma con testa di pantera incusa; bucranio incuso, tetradracma; Atena e la civetta, tetradracma


a.5 – Corinto

La città di Corinto preferì simboleggiare il Pegaso sulle proprie monete, piuttosto che la Gorgone, che tuttavia talora compare. Al diritto, figura predominante, la testa di Atena. Ne diamo qui alcuni esempi del V° secolo a.C.


Corinto: le prime tre monete sono stateri, la quarta un triemiobolo


a.6 – Ionia (Klazomenai), Melos (Cicladi) e Lesbos (Sporadi)

L'emissione di monete gorgoniche fu presente anche nelle regioni costiere e nelle isole.



Le prima moneta è della regione Ionia, le altre tre insulari (1 Melos; 2 Lesbos)


a.7 – Sicilia

Anche la Sicilia non si sottrasse alla moda delle Gorgoni. Coniarono Gorgoni le zecche di Siracusa. Motya, Kamarina, Selinos e Himera. Interessante l’emissione di un obolo d’oro (0.7 gr) a Siracusa durante il regno di Dionisio il Vecchio, raffigurante Atena sul diritto e un’egida con Gorgone sul rovescio. Ad Himera spettano le emissioni più vistose, una serie in bronzo (dall’emilitra al trias) , datate metà del V° secolo, in cui campeggia una Gorgone per nulla terrifica, quasi sorridente. Sul rovescio puntini quali indicazione del valore. A Selinos invece la particolarità del tutto inusuale per la tradizione greca di emettere monete con la tecnica della fusione: tetras e trias fusi recanti la testa della Gorgone e tre o quattro puntini a seconda del valore.



Gorgone siracusane: Dionisio didracma; Dionisio 10 litre;
Zeus e Pegaso; triscele, denario di Lentulus et Marcellus 49 a.C.



Le prime due monete sono di Motya; le seconde di Kamarina;
la penultima di Selinus; l'ultima di Himera


b) MONDO ITALICO

b.1 – Populonia

La Gorgone compare anche sull’unica faccia coniata nelle monete di Populonia, fiorente città metallurgica della Toscana. Il segno di valore X indica che valeva dieci assi, la divisa in rame diffusa in tutto il centro Italia a quel tempo. Si tratta di un denario “ante litteram” in quanto anche la fortunata moneta romana riporterà il segno X=10 in riferimento al valore in monete enee.
A Prestino, Como, nel 1981 fu trovata una dracma d'argento della zecca di Populonia, con raffigurato il volto della Gorgone e il segno di valore X sul diritto. E' questa l'unica moneta etrusca finora scoperta a nord degli Appennini. Il ritrovamento di quest’esemplare ha permesso di dimostrare l’ ampio bacino di utilizzo di questi mezzi di scambio, esteso alle popolazioni celtiche e liguri della pianura padana.
Sono note anche emissioni per 20 assi (XX).



Populonia: le prime due monete sono da 20 assi; la terza è una didracma e
la quarta vale 10 "scruples" (200 grani). Circa V° - III° sec. a.C.




GORGONE ETRUSCA




Da ricordare la moneta di Caelia (Apulia) del III° sec. a.C. che qui riportiamo:


La Medusa sull'egida di Caelia, Apulia


c) MONDO CELTICO

L’abbondante presenza della Gorgone nelle monete greche ha avuto ripercussioni anche su monetazioni satelliti come quella celtica della pianura del Po e di Marsiglia.



Gorgone celtica - Atrebati, Celti del Tamigi


d) MONDO ROMANO

La Gorgone appare anche in molte monete coniate nell’arco del lungo dominio di Roma. La rappresentazione della Medusa appare meno forte e filtrata da un certo neo-classicismo rispetto alle prime crude emissione greche. Spesso essa si presenta sull’egida, a testimoniare la formidabile protezione divina di cui gode l’Imperatore.

d.1 - Roma Repubblica

La Roma repubblicana, legata alle sue tradizioni e fortemente conservatrice, accetta solo tardivamente l’influenza della cultura greca. Questo spiega perché la Medusa faccia la sua comparsa nella monetazione romana solo verso il crepuscolo della Repubblica.


2 denari di L. Cossutius Sabula, 74 a.C. - Noti 28 coni per il diritto 31 per il rovescio;
D: la Gorgone, di profilo, verso sinistra: R: Bellerofonte in groppa a Pegaso.
Sul rovescio marchi di controllo da I a XXXXII


Sul perché un monetario romano abbia scelto la medusa quale raffigurazione significativa del suo casato, non si può dire. Probabilmente vi sono dei riferimenti, noti all’ambiente oligarchico del tempo, che a distanza di 200 anni si sono perduti. Crawford suggerisce un impegno di membri della famiglia nell’est dell’impero come negotiatores, da cui contatti con la cultura greca. Non è escluso che un riferimento mitologico molto asettico, fosse politically correct, un modo per rimanere al di sopra delle parti, in un periodo relativamente turbolento come la tarda repubblica. .


2 denari di L. Plautius Plancus, 47 a.C. - Noti 195 coni per il diritto 217 per il rovescio;
D: la Gorgone, di profilo, verso sinistra: R: Bellerofonte in groppa a Pegaso.
Sul rovescio marchi di controllo da I a XXXXII
D: torvo volto della Gorgone; R: l’Aurora traina i cavalli del Sole.


Questo celebrato denario risulta particolarmente complesso. Il monetario Munazio Planco, filocesariano, fu pretore fino al 43. Dopo la morte di Cesare fu incluso nelle proscrizioni triumvirali, fuggì a Salerno dove venne infine trovato ed ucciso. Il soggetto del rovescio, una delicata raffigurazione dell’Aurora, conosce due diverse interpretazioni.
La prima si rifà ad una citazione di Plinio (NH XXXV, 108) che descrive un dipinto, a suo tempo famoso e celebrato, opera del pittore greco Nicomaco, in possesso della famiglia di Planco. Secondo questa interpretazione la scena raffigura una Vittoria che procede volando e trainando una biga. Del dipinto, costato pare milioni di sesterzi, non ci rimane che la suggestiva raffigurazione sul rovescio di questa moneta. E’ solo il caso di osservare che solo grazie alla passione di questi magnati romani, che disseminarono le loro ville di copie degli originali greci, è oggi possibile conoscere i grandi capolavori dell’arte greca, che altrimenti sarebbero andati per sempre perduti.
La seconda interpretazione si rifà ad un gustoso episodio riferito da Ovidio e Livio, occorso ad un antenato del monetario, C Plauzio Venox, censore assieme a Appio Claudio Cieco. Nel 311 questo magistrato proibì ai flautisti del collegium tibicinum di consumare il loro pasto nel tempio di Giove Capitolino. I flautisti, sdegnati, fuggirono a Tivoli per protesta. L’antenato di Planco escogitò una messinscena per riportarli a Roma: furono ubriacati e trasportati su un carro con facce coperte da maschere (la Gorgone sul diritto sarebbe quindi la maschera di una Gorgone). Il carro dell’Aurora un riferimento al loro arrivo furtivo a Roma sul far del giorno. A conforto di tale complessa interpretazione le feste dei tibicini, celebrate il 13 giugno, nel corso della quale i suonatori giravano per Roma con maschere (gorgoniche?) e lunghi abiti femminei.

Del 46 a.C. è pure interessante il denaro di Rufus Cordius:


La Gorgone di Rufus Cordius


d.2 - Roma Impero

Nella monetazione imperiale l’attenzione sembra spostarsi dalla Gorgone sull’eroismo di Perseo e la scena privilegiata è quella della drammatica decapitazione con il giovane che solleva la testa sanguinante della Medusa.
Moltissime in ogni modo sono le monete con la Gorgone, il Perseo o Pegaso, utilizzate dagli Imperatori. Qui ne mostriamo solo qualcuna a scopo di esempio


Monete con Gorgone dall'alto a sx: Cesare (dupondio in oricalco), Adriano (Lycaonia), Settimio Severo, Gallieno, Massimino (Cilicia), Probo (Siscia)


e) ALTRE MONETAZIONI

Monete Islamiche


Gorgona islamica.
D: Perseo seduto tiene la testa della Medusa e una spada;
R: nome del califfo, Ayyûbids al-Afdal 'Alî and az-Zâhir Ghâzî, figlio di Saladino


f) MONDO MODERNO

La rappresentazione della Medusa è rimasta raffigurazione attuale: tuttavia sia sulle monete che nella pittura la sua figura, pur mantenendo i suoi simboli specifici quali ad esempio i serpenti al posto dei capelli, ha assunto una faccia più dolce e meno truce delle monete consorelle antiche.



Paesi Bassi: 1618. D: Scudo coronato circondato dal collier del Toson d'oro;
R: Lo scudo di Atena fatto a testa di Medusa posato su uno scettro.
Francia: 1708. D: Luigi Alessandro di Borbone, Conte di Tolosa;
R: Perseo con la testa di Medusa.




Duemilacinquecento anni fa la Medusa fu scelta dai primi incisori quale simbolo benaugurante della prosperità della loro città. Come un tenue filo essa ha seguito l’evoluzione della moneta nel mondo romano fino al volgere della sua fine. Gli uomini moderni non hanno più bisogno di coniare Gorgoni sulle loro monete. Tuttavia la carica simbolica della sua raffigurazione è talmente potente da farci provare ancora stupore e un filo di inquietudine. Con un lungo salto nel tempo, ci apre uno spiraglio sul passato, i suoi miti, i suoi valori perduti.




Il 29 giugno 2005 gli autori hanno ricevuto dall'amico Rugser una moneta raffigurante la Medusa che ha la particolarità di avere i serpenti anche sulle guance. Ne riportiamo volentieri l'immagine.


Plautia: Medusa/Aurora - RSI 15R1D+R