Il sistema monetario in uso sotto Treboniano Gallo è ancora inquadrabile, almeno in teoria, alla riforma attuata da Caracalla ed è così articolato:




AU Binio Aureo
Aureo = 12,5 antoniniani = 25 denari
Quinario Aureo
AG Antoniniano = 2 denari = 8 sesterzi
Denario (monete di fatto non coniate) = 4 sesterzi
Quinario
AE Sesterzio = 4 assi
Dupondio
Asse


Gli aurei di Treboniano Gallo sono abbastanza numerosi come tipologia. Ne diamo qui un elenco sufficientemente completo, non tenendo conto però delle numerose similitudini esistenti.



“La moneta del III secolo è una moneta malata ed è causa a sua volta di malattia.” con questa frase Gian Guido Belloni inquadra la monetazione del III secolo. Il degrado della moneta era cominciato con la creazione stessa dell’antoniniano da parte di Caracalla, una moneta di mistura, di fino pari al 50%, di valore nominale in teoria doppio rispetto al denario, ma contenente meno argento di un denario, per esempio, di Marco Aurelio.
L’importanza di una moneta d’argento sul piano psicologico era sentitissima dai romani, ma, con il passare degli anni la crisi finanziaria aveva costretto i regnanti a svalutare sempre di più la moneta. Al tempo di Treboniano ci attestiamo ad un fino del 30%, quasi una moneta fiduciaria. Pochi anni dopo, sotto Gallieno, l’antoniniano diventerà un tondello di rame solo bagnato nell’argento. Rispetto al tempo di Caracalla la svlautazione toccò l’800 %. La crisi non avrebbe avuto risoluzioni, nonostante la riforma di Aureliano e quelle successive ad opera di Diocleziano e Costantino. Una moneta d’argento non sarebbe più riapparsa nelle mani dei romani.
Con l’argento si dissolse anche la fortuna di Roma, segno che la grandezza di un impero si esprime anche con strumenti monetari adeguati. Le cause dello sfacelo finanziario sono complesse, ma almeno in linea generale riassumibili come segue:
a) scarsità di argento per battere moneta dovuta alla mancanza di bottini ottenuti da nuove conquiste. Inoltre alcuni territori argentiferi (come ad es la Dacia) non appartenevano più al territorio imperiale;
b) aumento spropositato delle spese militari;
c) diminuzione delle entrate fiscali, dato il ridimensionamento dei territori imperiali;
d) tasse da pagare ai barbari per comperare la pace.


Svalutazione dell'Antoniniano dal 215 al 274 d.C.

AnnoImperatorePeso in grammiArgento in grammi
215Caracalla5.092.65
238Balbinus & Pupiens4.792.37
238Gordiano III°4.502.19
241Gordiano III°4.431.98
243Gordiano III°4.161.73
244Filippo I°4.121.78
248Filippo I°4.121.94
250Traiano Decio3.971.63
251Treboniano Gallo3.461.24
253Emiliano3.531.25
253Valeriano3.100.68
255-257Valeriano3.000.52
259-260Valeriano3.070.58
260-261Gallieno3.030.54
262-266Gallieno2.97
2.75
281
0.46
0.36
0.24
267Gallieno2.640.16
268Postumo2.690.15
268Claudio II°2.950.09
269Claudio II°2.600.04
270Claudio II°3.390.10
270Quintillo2.500.07
270Aureliano3.150.08
274Aureliano3.880.19

Assieme alla riduzione di fino delle monete d’argento, la svalutazione comportò anche un aumento spropositato dei volumi di emissioni. E’ solo il caso di ricordare che l’aumento di moneta circolante è di per sè causa di inflazione. La mano d’opera divenne scadente, i ritratti trascurati, i rovesci usati fino all’appiattimento del conio. Questo trend, già iniziato sotto Traiano Decio, emerge con Treboniano. Molti ritratti sulle monete sembrano quasi caricaturali, cosa osservabile anche nei pochi busti marmorei rimasti, come se l’Imperatore fosse poco attento alla sua immagine.

Il grosso dell’argento venne coniato a Roma, soprattutto Antoniniani, mentre nelle città orientali si battevano tetradrcme di mistura. Gli aurei, riservati alle transazioni delle classi sociali più elevate, rimasero più vicini al peso originale, ma furono battuti in quantità così limitate da avere scarso peso nel circolante dell’epoca. Tuttavia il rapporto fisso con l’argento si andava incrinando. Dal 253 gli aurei iniziarono ad avere un peso fluttuante. Il risultato di questi fenomeni fu che il circolante era composto quasi esclusivamente da monete prive di valore intrinseco. Inevitabile il vertiginoso aumento dei prezzi.

Treboniano può vantare gli ultimi sesterzi della serie imperiale. Le riforme successive non prevedettero più una moneta di oricalco di grosso modulo. Coniati malamente su tondelli spesso quadratici, raramente i sesterzi di Treboniano sono completi della legenda.
I temi trattati dai rovesci sono tradizionali: divinità e le consuete figure personificate, Pax, Laetitia, Felicitas, Uberitas, Victoria che si ripetevano stereotipatamente sul rovescio delle monete ormai da secoli. Purtroppo non c’era pace, non c’era prosperità e nemmeno vittoria, se non nella beffarda legenda delle monete.

Gli antoniniani di Treboniano sono di facile reperibilità sul mercato antiquario, in ragione dell’alto numero di ripostigli occultati nel tribolato III secolo.

ANTONINIANI
TREBONIANO GALLO (251-253)




Ricordiamo le zecche che hanno coniato monete per Treboniano Gallo oltre a quella di Roma: Mediolanum, Alessandria (Egitto), Antiochia (Siria), Provincie della Dacia, Maroneia (Tracia), Peltae (Frigia), Neapolis (Samaria), Neocesarea (Ponto), Seleuceia (Cilicia), Siria, Tarsos (Cilicia), Viminiacium, Moesia.

Ci sembra interessante dare i costi di alcuni generi di consumo ai tempi di Treboniano Gallo in modo da poter meglio valutare il potere effettivo di acquisto degli antoniniani.

Metà III° secoloPrezzo in antoniniani
Rete da pesca
14
Nassa
6
Barca da pesca
186
Pentola di terracotta
3
Lampada ad olio
1
Pagnotta di pane
1
Sextarius di vino
4
Capo di abbigliamento
pesante
75
Stivali di pelle
20
Sandali/Caligae
12
Spada
60
Asino
145
Cavallo
250
Schiavo forzuto
800-1200


La paga di un soldato è un buon indice per conoscere le entrate di un salariato di medio livello.
Purtroppo i dati a riguardo sono frammentari, inoltre i soldati prendevano, in proporzioni sempre diverse, oltre allo stipendium, anche i premia (conguagli alla fine delle campagne), donativa (frequenti regalìe una tantum) e rimborsi per le spese dell’equipaggiamento.
Gli storici del tempo riferiscono che la paga dei soldati triplicò nel corso del III secolo. Diocleziano pagava stipendi doppi rispetto ad Alessandro Severo, e questo a causa dell’inflazione, non certo perché i soldati fossero trattati meglio. Come si può notare dalla tabella, la spinta inflattiva iniziò con il regno dei Severi.

Età
Paga giornaliera
Commenti
II° secolo a.C.legionario: 1/2 denarius / die
centurione: 1 denarius / die
cavaliere: 1.5 denarius / die
i soldati ricevevano anche
integrazioni in beni naturali
(es: grano)
Cesarelegionario: 225 denarii / anno
Augustolegionario: 225 denarii / anno
pretoriano: 375 denarii / anno
centurione: 3750-15000 denarii / anno
10 Assi / die
Domizianolegionario: 300 denarii / anno
pretoriano: 1000 denarii / anno
centurione: 5000-20000 denarii / anno
Settimio Severolegionario: 459 denarii / anno
centurione: 8300-33000 denarii / anno
Caracallalegionario: 600 denarii / annocorrispondenza a
1200 antoniniani
Gordianolegionario: 1200 antoniniani / anno
Fine III° secololegionario: 1800 nummi / anno
oppure
360 argentei / anno
l'argenteo di Diocleziano
è di buona lega ed è
paragonabile ad un denario
Valentiniano I°
IV° secolo
fante: 5 solidi aurei
cavaliere: 9 solidi aurei