Le Zecche occidentali e quelle orientali emettono monete simili fino a Costantino I. Ma per la prima volta si trova una discordanza in politica monetaria fra Costantino I e Licinio, fino all' eliminazione di quest'ultimo (323). Infatti nei territori governati da Costantino avviene una riduzione dell'aureo portato ad 1/72 di libbra, originando il "solido", che continuera' durante tutto il periodo barbarico e l'Impero bizantino. Nelle zecche orientali, sottoposte a Licinio, l'aureo e' invece 1/60 di libbra e non vi sono emissioni in argento.
Con l'unificazione dell'Impero sotto Costantino, le emissioni diventano stabili ed unitarie ed avvengono con modalita' diverse rispetto alla politica monetaria augustea. Ci si ancora cioe' all'oro, per ottenere i divisionali in argento e bronzo. Compare il 1/2 solido (semissi) ed il 1/3 di solido (tremissi). Riprende inoltre la monetazione argentea del peso di 1/96 di libbra che prende il nome di "siliqua" (1/24 di solido). Dopo il 326 compare una nuova moneta d'argento che ha lo stesso peso del solido e che prende il nome di "miliarense", da non confondere con il "miliarense pesante", che verra' introdotto dai successori di Costantino e pesera' 5.45 g.
Lo stesso "follis" che tra il 307 ed il 313 aveva subito una diminuzione sia ponderale che di modulo (passo' infatti da 1/32 di libbra = 10.08 g a 1/96 = 3.36 g), subira' un' ulteriore diminuzione sotto Costantino II (337-340) passando da 1.70 g a 1.36 g, con un abbattimento in Ag dal 3.3 % all' 1.2 %.
Sotto Costanzo II e Costante I (340-350) riprendono anche le emissioni divisionali in bronzo di medio (2.72 g x 18-19 mm) e grande modulo (5.45 g x 20-22 mm).
Nel 368 vi e' un'importante innovazione: la comparsa dei "marchi di garanzia" che erano segnati con "OB" sull'oro ((aurum)ob(ryzum), cioe' purissimo) e "PS" sull'argento ((argentum) p(u)s(ulatum), cioe' argento depurato), sigla che compare pero' solo sulle zecche occidentali.
Con Teodosio (379) compaiono anche le "mezze silique" (1.13 g).
Dopo il 395 l'unica moneta bronzea che rimane in circolazione prende il nome di "nummo", che pesa poco piu' di un grammo. Il suo rapporto con il solido e' di 1:7200.
Con Anastasio (V sec.) inizia quello che viene chiamato il sistema monetale bizantino che durera' fino a Costantino XI (XV sec). Si tratta di un numero stupefacente di monete, soprattutto auree, in minor numero quelle argentee. In questo periodo c'e' la rottura con la tradizione romana per quel che riguarda la moneta divisionale, pur rimanendo uguale quella basata sul solido.
Le monete bizantine restano le eredi dirette delle Imperiali romane, tuttavia orientaleggiano quasi subito. Sono presenti figure ieratiche e statiche con un evidente senso religioso che esalta la cristianita'. A differenza con la monetazione greca, queste abbondano di scene mitologiche, fiori ed animali; e si differenziano pure da quelle romane, che celebrano piuttosto i fasti imperiali e cesarei. Nelle bizantine c'e' sempre al diritto la figura del Basileus, paludato e ingioiellato con corona, scettro e globo, oppure il Vangelo ed il labaro col monogramma di Cristo, incoronato spesso dalla Madonna o dalla mano divina. Al rovescio si trova sovente il Cristo in trono, la Vergine, i Santi e la Croce sul Globo. Anche la famiglia Imperiale e' spesso rappresentata; altre volte c'e' la Vittoria alata.
La legenda in greco, spesso di difficile lettura, e' disposta intorno al bordo, talora va letta verticalmente al campo, oppure lo occupa tutto. In genere fa riferimento alla Madonna o al Cristo, oppure ai nomi degli Imperatori, ripresi spesso dai figli e dai nipoti.
Da Tiberio III (698), ricorrente sulle monete sara' la Croce su globo o impugnata dall'Imperatore come uno scettro, che segna la definitiva affermazione della figura del Basileus come rappresentante di Dio.
All' epoca di Leone III (717) cesso' praticamente la coniazione di semissi e tremissi ed al loro posto fu coniato il "miliaresion" a partire dal 720 per una durata di tre secoli circa. Questa moneta valeva 1/12 di solido e pesava 2.27 g. Il peso pero' era variabile e rappresentava il distacco dalla tradizione monetale tardi- imperiale, risentendo l'influenza della moneta araba.
Sotto Michele II (820-829) anche il follis divenne piu' ampio.
A partire dall'849 la figura di Cristo diventa elemento dominante con il Vangelo in mano , in atto di benedire. Questo caratterizza le emissioni dei folles, con scomparsa del ritratto e del nome dell'Imperatore (folles anonimi). Compare anche talvolta la figura della Vergine, che regge talora Cristo Bambino, o alcuni santi che proteggono certi Imperatori, raffigurati al loro fianco. L'iconografia investe tutti i nominali senza distinzione.
Sotto Niceforo II (963-969) inizio' anche il mutamento del solido, emettendo una moneta minore di peso chiamata "tetarteron". In contrapposizione i solidi di peso normale vennero chiamati "histamena" (cioe' standard).
Sotto Basilio II le due monete si differenziarono notevolmente: l'histamenon divenne piu' largo e sottile ed il tetarteron piu' piccolo e piu' spesso.
Con Michele IV (1034-1041) ebbe inizio l'alterazione della lega aurea con l'introduzione dell'argento dando origine a coniazioni in "elettro" (piu' o meno pallido).
All'epoca di Costantino IX (1042-1055) muto' anche l'aspetto della moneta, che assunse la caratteristica forma concava, erroneamente detta scifata, mentre il termine greco corretto e' trachea (= non pari).
Fra il 1204 ed il 1261 vi fu un arresto di produzione delle monete bizantine (vi furono quelle anonime battute dai Crociati). Poi con la fuga della famiglia Imperiale e della Corte nacquero le monetazioni autonome di Nicea, di Tessalonica e di Trebisonda.
Sotto i Comneni vi fu un'ulteriore svalutazione della lega aurea e di quella argentea. L' "hyperperon" era una moneta in lega aurea abbastanza alta, che sostitui' l'histamenon. C'e' poi la "trachea" ("non pari") di elettro piu' alterato, che valeva 1/3 di hyperperon.
Dal 1261, Michele VIII Paleologo riprese a battere moneta per tutto il suo Impero fino alla caduta di Costantinopoli del 1453.

Interessante risulta la dubbia genesi della nomenclatura del "peron", da "perpero":
a) sost. m. (dal) greco hype'rperon, alterazione di hype'rpyron, neutro sost. di hype'rpiros, fiammeggiante (come l'oro).
b) denominazione (anche iperpero) usata, a cominciare dal sec. XII per il bisante d'oro dell'Impero d'Oriente, poi estesa ad altre monete d'oro; il p. divenne in seguito moneta di conto, diminuendo il valore man mano che peggioravano le monete di cui era multipla. La Repubblica di Venezia la trovo' in uso nei suoi possedimenti del Levante, a Cipro e a Candia, dove furono coniate, durante la guerra contro i Turchi del 1570-73, come monete di necessita' da 1, 3, 10 p. (per questa, v. Cavallina). Il p. fu moneta di conto della Repubblica di Ragusa (Dalmazia) e vi divenne moneta effettiva nei sec. XVII e XVIII del valore di 12 grossetti, con la frazione del mezzo di 6 grossetti. (estratto da: Dizionario Enciclopedico Italiano (1970) Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. IX p. 267).




LE MONETE BIZANTINE (da Traina, 1976)

1 Solido= 12 miliaresie= 24 silique= 288 follari= 5760 denarii o nummi
ORO ARGENTO BRONZO (CON SIMBOLOGIA)
Solido Miliaresia (2 silique) Follaro (follis)(M e XXXX)(40 Nummi)
Semisse (½ 1/2 solido) Siliqua ½ 1/2 Follaro (K e XX)(20 Nummi)
Tremisse (1/3 solido) Asper Denarii o Nummi
Tre nummi ()
Pentanummo - 5 nummi (E o V)
Esanummo - 6 nummi (S)
Decanummo - 10 nummi (I o X)
Dodecanummo - 12 nummi (IB)



LE ZECCHE BIZANTINE e LORO SIMBOLI SULLE MONETE

Costantinopoli CON - COM
Antiochia ANT - MANT - ANTX - ANTIX
Theoupolis THEV - THEVP - THEVII
Nicomedia NI - NIC - NIK - NIKM - NIKA - NICO
Cyzico KY - KVZ
Tessalonica TC - TES - OES
Efeso SEPSUS
Nicea NC
Kherson XEP - ZEPCONOC
Cipro KVIIP - KY - P
Isaurus ISAUR
Cartagine CAR - KAR - KART - CT - KARTA
Abazis ALE
Costanza KN
Roma R - ROM - RO
Ravenna RA - RAB - RAS - RAV - RAVENN
Milano ML
Catania CAT
Napoli NE
Sicilia SCL