Per quanto riguarda la monetazione di questo periodo si puo' dire che Margarethe von Tirol-Görz, la corteggiatissima erede della contea, cedette dopo la morte del figlio Mainardo III (1361-1363) a Rodolfo Asburgo oltre al Tirolo anche il diritto di Zecca.
Fino a quella data risulta che la Zecca fosse attiva: esistono infatti contratti con le maestranze datati 1361 (p.es. col fiorentino Charo di Casavecchia). I tipi monetali erano rimasti perņ immutati: quelli cioe' in uso fin dal 1274.
Nulla dunque a nome di Margarethe.
I Vierer portano ancora il nome del re Enrico III, morto nel 1335. La rarita' delle monete di Rodolfo IV fa pensare a un'attivita' ridotta della Zecca dopo il passaggio di proprieta' da Margarethe agli Absburgo.
Appena nel 1365, anno della morte di Rodolfo, viene attuata una riforma monetaria.

Le lotte di potere hanno danneggiato la moneta tirolese. Tanto quanto e' ampio il materiale riguardante gli anni prima e dopo il 1300, tanto risulta raro il materiale storico in materia di monete degli anni nei quali il Casato del Lussemburgo si e' insediato in Tirolo cioe' dal 1335 al 1341.


Con certezza si puo' pero' affermare, che il campione di misura delle monete da venti che venivano chiamate Kreuzer nei documenti ufficiali, venne diminuito del 20%. Esse, nonostante un severissimo divieto, avevano subito un taglio del proprio peso. Sotto il regno di Ludovico von Brandenburg, il secondo marito di Margarthe Maultasch, la situazione di certo e' peggiorata. Ludovico, infatti, come anche l' ultimo dei Meinhardiner Re Enrico III, libero' i cittadini delle citta' di Innsbruck, Hall e Monaco, dal tributo dell'argento.
L'approvvigionamento di metallo delle Zecche di conseguenza diminui' pesantemente.


Ritrovamenti di monete da venti di quest'epoca sono quindi molto piu' rari di quelli di monete precedenti. A questo tipo di regresso si aggiunge anche una caduta di stile. Il cosiddetto terzo gruppo dei kreuzer, coniato sotto il regno di Giovanni Enrico di Lussemburgo, mostra ancora un'immagine e delle scritte eseguite in maniera lodevole. Nella qualita' del taglio del timbro, esse ricordano le monete, piu' recenti del Vescovo di Trento, Nikolaus von Brunn.


Anche sotto il regno dei Wittelsbach vennero coniate a Merano delle monete, la cui esecuzione risulta decisamente superficiale. Questo degrado si puo' forse far risalire al tempo in cui Lodovico von Brandenburg, costantemente in difficolta' economiche, cedette, per ben vent'anni, a Petermann von Schenna non solo il Banco dei Pegni di Merano, ma anche la Zecca della citta'. Nel 1361, a sua volta, Petermann von Schenna, cedette la moneta al fiorentino Charo von Casaveckl (Casavecchia).
Rispetto al campione di misura stabilito con gli accordi tra Mainardo II e Paganus di Bergamo, quello dell'epoca in oggetto venne diminuito del 26%.