Premessa storica.
L' area alto e medio adriatica presenta una particolare condizione storica. Non intendiamo riferirci ai problemi che, specie nel nostro secolo, hanno turbato la pace e le coscienze di molte popolazioni, ma al fatto che, nei paesi rivieraschi, non vi e' mai stata vera fine ne' dell'Impero Romano d'Occidente ne' di quello d'Oriente.
Il brusco iato che noi poniamo al 476 d.C. in queste zone, marginali rispetto alle principali direttrici delle invasioni barbariche e interessate da quelle slave solo a partire dal VIº-VIIº secolo, mostra come vi fu una sostanziale continuita' culturale e amministrativa, dall'Impero d'Occidente a quello d'Oriente e poi alla Repubblica Veneta. Essa potrebbe quindi venir considerata quasi un'estensione di quest'ultimo.
Tale continuita', combattuta ed incerta, fu certamente favorita dall'impostazione amministrativa municipalistica, basata su un sistema di oligarchie locali, che l'Impero d'Occidente aveva sostanzialmente mantenuto, che quello d'Oriente fu costretto ad accettare, e che costitui' poi la base istituzionale di Venezia e dei suoi domini.
Per una schematizzazione storica del periodo esaminato viene qui proposta una breve sinossi.
Potremmo quindi affermare, senza polemica, ma con forte esasperazione chiarificatrice, che il Medioevo in quest'area e' iniziato solo nel 1797, con la fine di Venezia e con il prevalere in essa della potenza germanica (l'Impero Austriaco) che si sostitui' alla Repubblica della Serenissima. Tale esasperazione trascura la particolare situazione di Trieste ed il ruolo del Patriarcato di Aquileia, ma per molte aree alto-adriatiche essa puo' venir considerata perfettamente adattabile.
In una tale particolare condizione storica non e' certamente strano trovare una sovrapposizione parziale di poteri e quindi anche di circolazioni monetarie.
A Capodistria, in particolare, e' molto probabile che questi due diversi poteri abbiano potuto coesistere per un certo periodo sia pure su un'area urbana insulare e ristretta (SEMI, 1975).
Possiamo quindi supporre che anche la storia della nostra moneta sia una conferma di tali sovrapposizioni.

Il fatto.

Curando l'orto della sua casa, situata nella parte piu' antica di Capodistria, un giovane nativo, oggi ottantanovenne, rinveniva con una certa frequenza antiche monete, prevalentemente veneziane, alquanto rovinate dalla lunga permanenza nel terreno. Tra esse fa eccezione un'unica moneta di bronzo, non veneta, che e' stata successivamente identificata come un follis di Costantino VIIº Porfirogenito.
L'area, che coincide con una Porta Nord della citta', rivolta verso il mare (oggi affacciata sugli impianti portuali della nuova Koper slovena), doveva essere stata, nel passato, zona di passaggio, di scambio e anche di guerra, come fu per tutte le porte delle antiche citta'.


Capodistria: Portisolana nel periodo tra le due guerre. L'area sullo sfondo e' prossima a quella del reperimento (acquarello di Giulio de Manzini)

In quest'area sorsero poi un convento di suore e diverse case private. Il convento e l'antico orto delle Suore di S. Chiara, sconsacrato da Napoleone, furono acquistati da privati ed accorpati ad una delle preesistenti abitazioni,con l'elegante passatizio che ancor oggi caratterizza l'antica Calle S.Biagio (oggi via Giovanni Della Valle).
 

Calle S. Biagio: il "passatizio"

Sull'area di quell'antico orto, dove fu trovata la moneta di cui parliamo, sorge oggi un edificio che ospita l'Istituto metalmeccanico.
Va notato che si tratta dell'unica moneta bizantina ritrovata nell'area urbana di Capodistria, mentre sono piu' numerosi i reperti relativi alla monetazione romana di Augusto, Settimio Severo e Claudio (Zupancic, 1989).

L'area del reperimento (mappa catastale antecedente la II guerra mondiale)


Costantino VIIº.
Costantino Porfirogenito appartenne alla dinastia armeno-macedonica e fu figlio illegittimo di Leone VI il Filosofo e di Zoe Carbonopsina. Nato il l settembre 905, fu eletto al rango di Augusto da suo padre il 9 giugno 911 e regno' fino al 959. Al suo posto governo' dapprima lo zio Alessandro, indi un consiglio di reggenza capeggiato dal Patriarca Nicolo'.
Dal 913 Costantino fu dichiarato maggiorenne dalla madre Zoe, associata al trono fino al 919. Nello stesso anno sposo' Elena, figlia del navarca Romano Lecapeno, il quale venne acclamato imperatore-collega. Governo' di fatto sino al 944; poi fu deposto e i suoi figli deportati (Ostrogorsky, 1993).
Poco esperto di cose di governo, Costantino, si appoggio' alla potente famiglia dei Focas, limitandosi ad interventi di carattere legislativo ed a trattative diplomatiche. In lui prevalsero gli interessi culturali: produsse infatti opere di carattere storico, geografico e politico, tra le quali resta di attualita' «Dei Temi» con la descrizione delle province bizantine, comprese quelle adriatiche.
Nota linguistica.
La grafia della leggenda risulta particolarmente interessante per la storia della Lingua Greca moderna, considerando la certezza della datazione. In essa infatti si ha la traslitterazione dalla forma greca a quella latina, che induce ad alcuni rilievi:

a) l'uso della C latina aspra per rendere il suono greco kappa (K);
b) il dittongo greco alfa-iota (AI) e' gia' reso graficamente col suono E che testimonia la riduzione a monottongo (CE-ROMEON);
c) similmente il dittongo greco epsilon-iota (EI ) e' gia' divenuto I (BASILIS);
d) non e' ancora usuale la resa V del beta ( B) greco;
e) l' eta (H) greco non risulta ancora iotacizzato.

Il follis.

Il nome deriva probabilmente dal latino follis, borsa, e fu dato ai pezzi di rame, bronzo e argento fin dal IIº sec d.C. Fu tipica moneta bizantina equivalente a 40 nummi.
Martinori (1915) definisce Follis quelle monete di rame del basso Impero, che costituivano l'unita' monetaria in quel metallo (nummus). Erano di fatto monete di rame bizantine che presero il nome dall'uso di pesarle e darle in sacchi chiusi (follis) e sigillati per garanzia.
 




D 
CONSTANT' CE ZOH b. 
A dx. busto di Costantino di faccia diademato con croce, con abito a pieghe. 
A sx. busto di Zoe, di faccia, diademata con croce, con abito a quadri. 
Entrambi reggenti una lunga croce greca. 


R 
CON
STANTINOS
CE ZOH BA 
SILIS RO
MEON 
su cinque righe orizzontali. 
d= 24 mm 




Bibliografia

Benussi B. - 1924 - L'Istria nei suoi due millenni di storia. Trieste. 160-168
Krumbacher - 1902 - Das Problem der neue gricchischen Schriftsprache Muenchen.
Martinori - 1915 - La moneta.Roma.
Ostrogorsky G. - 1993 - Storia dell'Impero bizantino.Torino. 245-250.
Sabatier J. - 1862 - Description générale des Monnaies Byzantines. Paris. 2, 70, 1-714.
Semi F. - 1975 - Capris, Iustinopolis, Capodistria Trieste, 42.
Vassiliev - 1932 - Histoire de l'Empire Byzantin. Paris
Zupancic - 1989 - Inter utrumque tuta. In: M. Guštin (ed.). Prispevki k zgodovini Kopra - Contributi per la storia di Capodistria. Liubljana, 18-19.





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1999, March 28