L'IMPERO NAPOLEONICO NEL 1814

Premessa: lo scopo di queste note è di inquadrare la situazione storica in cui si situa il blocco di Anversa del 1814.
Anche se il "punto di partenza" è la Numismatica, in queste pagine abbiamo sempre cercato di accompagnare alla descrizione delle monete l'approfondimento storico, che consideriamo un vero "valore aggiunto" per lo studioso, il collezionista, il professionista.


La "sesta coalizione"

Dopo la disastrosa campagna di Russia del 1812 Napoleone si trova di fronte problemi che non sono solo di natura militare, ma anche politica e diplomatica.
La disfatta della Grande Armata ha ravvivato le speranze di Tedeschi e Austriaci, ma soprattutto aveva sfatato il mito dell'invincibilità dell'Imperatore.
Cogliendo l'occasione favorevole, l'instancabile diplomazia inglese tenta di riunire ancora una volta le grandi potenze europee in una coalizione antifrancese.
I primi ad abbandonare Napoleone sono i Prussiani, che si schierano con la Russia e l'Inghilterra (Trattato di Reichenbach), ben presto seguiti dall'Austria e dalla Svezia di Bernadotte.
La guerra sostenuta da questa "sesta coalizione" viene combattuta dapprima in Germania e poi si spostera', come vedremo, nella stessa Francia.
Napoleone, che dispone di 260.000 uomini in tutto, si trova di fronte tre armate nemiche: quella Austriaca di Schwarzenberg (200.000 uomini), quella comandata da Bernadotte (100.000) e quella di Blücher (100.000).
Alla Battaglia di Lipsia (16-19 ottobre 1813) 160.000 Francesi fronteggeranno 320.000 nemici, e verranno sconfitti, anche per il passaggio degli alleati Sassoni al nemico nel corso stesso della battaglia; le perdite francesi saranno di 50.000 "unità".
Napoleone in ritirata passa il Reno a Magonza e rientra in Francia, giungendo a Parigi il 1 novembre.
Sul finire di quell'anno, tragico per i Francesi, a Napoleone rimangono pochi soldati, circa 300.000, 100.000 dei quali sono assediati o accerchiati al Nord.
In Italia ci sono 50.000 uomini agli ordini del Vicerè Eugenio de Beauharnais e circa 90.000 uomini difendono il confine dei Pirenei dalle insidie di Wellington e degli alleati Spagnoli e Portoghesi, dopo la definitiva perdita della Spagna.


Operazioni in Francia nel 1813 - 1814.

Mentre Napoleone mantiene le sue forze al centro, tra la Senna e la Marna, con uno schieramento compatto, pronto a reagire in qualsiasi direzione, le forze alleate sono così distribuite:

  • a Nord l'armata di Bernadotte con 80.000 uomini (Armata del Nord - ala destra)
  • a Nord-Est quella di Blücher, con 110.00 (Armata di Slesia - centro)
  • a Est quella di Schwarzenberg, con 210.000 (Armata di Boemia - ala sinistra)

Dobbiamo considerare tuttavia anche altri due fronti di questa guerra:

  • quello Italiano, dove i 50.000 uomini al comando di Eugenio de Beauharnais tengono testa ai 70.000 dell'Armata austriaca comandata dal Gen. Bellegarde.
  • quello meridionale, dove, a Nord dei Pirenei, le armate di Soult (60.000 uomini) e di Suchet (30.000) si oppongono ai 102.000 Inglesi, Spagnoli e Portoghesi di Wellington.




l'attacco alla Francia


Schwarzemberg varca il Reno tra Basilea e Sciaffusa il 21 dicembre del 1813: anche se la sua ala destra viene respinta a Colmar (24 dicembre 1813) egli riesce ad occupare Ginevra con l'ala sinistra e a proseguire.
Il 4 gennaio 1814 occupa Vesoul e Besançon.
Blücher dapprima attende a Francoforte che l'Armata di Boemia abbia iniziato il movimento, poi avanza, dal 1 gennaio 1814, su tre direttrici: Coblenza, Magonza e Mannheim.
Bernadotte, che ha in riserva le truppe inglesi, invade invece il Belgio, ponendo fine al Regno di Westfalia.

E' in questo momento che inizia quindi il blocco di Anversa.



Napoleone lascia la capitale e si reca a Châlons-sur-Marne il 25 gennaio, per iniziare la campagna. Cercando di raggiungere Troyes prima del nemico.

La prima mossa è l' attacco contro Blücher, nel tentativo di impedirne la ricongiunzione con Schwarzenberg (Battaglie di St. Dizier e di Brienne, 27 e 29 gennaio 1814).
A St Dizier i Francesi speravano di sorprendere il grosso delle forze di Blücher, ma si trattava invece della retroguardia costituita da soli 2000 cavalieri russi, che vengono facilmente sconfitti.
Napoleone tenta nuovamente di sorprendere l'armata di Blücher, che si è divisa in due parti dopo la giornata di St.Dizier, durante l'attraversamento dell'Aube e prima della ricongiunzione con le forze di Schwarzemberg, ma Blücher, che ha catturato un portaordini, venendo così a conoscenza del piano francese, si ritira su Brienne dove viene comunque attaccato il 29 gennaio.
I Francesi, privati della sorpresa, ottengono una vittoria limitata, che permette al grosso delle forze nemiche di disimpegnarsi e di ritentare il ricongiungimento con l'Armata di Boemia.


Col centro del suo schieramento tra la Marna e la Senna Napoleone cerca ancora una volta di impedire il ricongiungimento delle armate nemiche di Slesia e di Boemia; attacca il castello di Brienne, dove si è nuovamente installato Blücher, ma questi si disimpegna e si ritira a Trannes, riunendosi così per la prima volta alle truppe di Schwarzemberg. Ma Napoleone, che non è stato informato dell'avvenuta ricongiunzione delle due armate nemiche, insegue Blücher.
La superiorità numerica consente agli Alleati di prendere l'iniziativa, attaccando i Francesi a La Rothière (1 febbraio 1814). Qurantamila Francesi sostengono l'urto di ben 160.000 avversari. Il piano di Blücher è di fissare lo schieramento francese al centro e di svolgere una manovra di aggiramento alle ali. Napoleone, al centro, resiste all'urto ma il Maresciallo Marmont, che comanda l'ala sinistra, cede. I Francesi sono quindi costretti a ritirarsi per evitare l'accerchiamento, attraversano l'Aube col favore delle tenebre ma contano 6000 caduti, 2000 prigionieri e la perdita di 60 cannoni.
Confortati dal successo, gli Alleati dividono nuovamente le loro forze: Blücher avanza verso Parigi lungo la Marna, Schwarzemberg lungo la Senna.


Riposizionate le proprie forze su Troyes, l'Imperatore si rivolge ancora conto l'Armata di Slesia. Informato del fatto che le truppe di Blücher, in marcia verso Parigi, sono profondamente distribuite lungo la carreggiabile tra Châlons-sur-Marne e Meaux, egli decide di sorprenderle in tale situazione, impreparate alla battaglia. Parte il 9 febbraio da Nogent-sur-Seine con 30.000 uomini, diretto a Nord.
Prende contatto con i 5000 Russi di Olsuvief il 9 febbraio 1814, a sud di Champaubert. Il giorno successivo, attaccato alle ali dalla cavalleria francese, il Russo viene catturato e perde 4000 uomini, contro i 200 caduti francesi.
Napoleone si dirige poi verso Montmirail, dove riesce a separare i Prussiani di Yorck e i Russi di Sacken, battendo i Russi, che sono costretti a ritirarsi (11 febbraio 1814).
Il giorno successivo, presso Château-Thierry, attacca i Prussiani di Yorck. La cavalleria nemica cede all'urto di quella francese e della Guardia, ma, grazie al sacrificio della retroguardia prussiana, il grosso riesce a mettersi in salvo al di là della Marna, facendo saltare il ponte di Château-Thierry.
Il 14 febbraio l'Imperatore accorre in soccorso di Marmont, attaccato da Blücher e sorprende 20.000 Prussiani a Vauchamps; le perdite dei Prussiani sono minime (700 uomini), in quanto essi riescono a ritirarsi col favore di avverse condizioni atmosferiche, ma perdono le salmerie e 16 cannoni.


Avendo momentaneamente interrotto l'avanzata di Blücher lungo la Marna, Napoleone, per arrestare anche l'avanzata nemica lungo la Senna, attraversata ormai dall'Armata di Boemia in tre punti, attacca nuovamente Schwarzemberg.
Il 16 febbraio a Mormant i corpi d'armata dei generali Victor e Gérard attaccano le avanguardie del corpo d'armata di Wittgenstein e catturano 2000 Russi. Nello stesso giorno, a Nangis il Corpo bavarese comandato da de Wrede viene sconfitto dai Dragoni francesi.
L'Imperatore attacca il nemico a Montereau (18 febbraio 1814). Espugna le alture che dominano la confluenza della Senna e dello Yonne, fa piazzare delle batterie, aggiusta egli stesso il tiro dei cannoni e comanda il fuoco.
Il grosso dell'Armata di Boemia non accetta il combattimento, lascia il compito di retroguardia al corpo d'armata comandato dal Principe di Wittgenstein e si ritira prima sull'abitato di Montereau, che viene bombardato e preso d'assalto dai Francesi, poi su Troyes, Contrariamente alle speranze di Napoleone, non è stato possibile infliggere una sconfitta definitiva all'armata di Schwarzemberg, che viene inseguito dalle avanguardie francesi

Napoleone scatena allora una nuova offensiva contro Blücher, che ha riordinato le proprie forze e ripreso l'avanzata su Parigi.
Il 22 febbraio 1814, a Méry, il Gen. Oudinot batte l'avanguardia dell'Armata di Slesia, al comando di Yorck.
Napoleone oltrepassa l'Aisne a Berry-au-Bac e attacca in forze Blücher, che si rischiera sull'altipiano di Craonne, al di là dell'Aisne. I Prussiani tentano una manovra avvolgente con 11.000 cavalieri, ma Napoleone, il 7 marzo, li attacca rapidamente al centro, vanificando il tentativo di aggiramento e togliendo ad esso ogni sostegno. Contemporaneamente all'attacco frontale i Francesi tentano una manovra avvolgente verso Nord, per tagliare la ritirata al nemico, ma senza successo. I prussiani riescono a porsi in salvo e a ripiegare su Laon. Qui si ricongiungono con le forze di Bernadotte e Blücher può disporre quindi di circa 100.000 uomini, mentre i Francesi sono in tutto 30.000.

A Laon, il 9 e il 10 marzo 1814 Napoleone cerca ancora lo scontro: il 9 marzo l'avanguardia, comandata da Marmont, è sconfitta dai prussiani di Yorck, il giorno successivo, dopo quasi due giorni di combattimento, Napoleone si ritira verso Soissons e poi verso Reims.
Dopo soli tre giorni, tuttavia, egli riesce a cogliere l'ultima vittoria: a Reims, il 13 marzo 1814 egli, con 8000 uomini affronta 15.000 Russi, comandati dall' "emigrato" francese Saint-Priest, che combatte contro il proprio paese e ne mette fuori combattimento 6000, mentre le perdite francesi sono di soli 700 uomini.
Blücher, in un suo proclama agli abitanti dei territori occupati, aveva minacciato di morte coloro che avessero dato sostegno all'Impero, e Napoleone risponde con un proclama che invita i Francesi alla resistenza e stabilisce una rappresaglia nella misura di uno a uno per ogni cittadino francese messo a morte dagli Alleati:
« Considérant que les généraux alliés ont déclaré qu'ils passeraient par les armes tous les paysans qui prendraient les armes:»
« 1" Tous les citoyens français sont, non-seulement autorisés à courir aux armes, mais requis de le faire; de sonner le tocsin aussitôt qu'ils entendront le canon de nos troupes s'approcher d'eux; de se rassembler, de fouiller les bois, de couper les ponts, d'intercepter les routes, et de tomber sur les flancs et sur les derrières de l'ennemi.»
« 2" Tout citoyen français pris par l'ennemi et qui serait mis à mort, sera sur-le-champ vengé par la mort, en représailles, d'un prisonnier ennemi.»
« 3" Considérant que les peuples des villes et des campagnes, indignés des horreurs que commettent sur eux les ennemis, et spécialement les Russes et les cosaques, courent aux armes par un juste sentiment de l'honneur national, pour arrêter des partis de l'ennemi, enlever ses convois et lui faire le plus de mal possible; mais que dans plusieurs lieux ils en ont été détournés par le maire ou par d'autres magistrats;»
« 4" Tous les maires, fonctionnaires publics et habitants qui, au lieu d'exciter l'élan patriotique du peuple, le refroidissent, ou dissuadent les citoyens d'une légitime défense, seront considérés comme traîtres, et traités comme tels. » »[Ferrand, 1845, pp. 384-385]

L'Armata di Boemia (Schwarzenberg) riprende l'avanzata su Parigi e il giorno 16 marzo l'avanguardia è già a Provins. Napoleone lascia Reims il 17 marzo e raggiunge in giornata Épernay. Schwarzemberg si ritira e cerca poi di raggiungere Châlons, per ottemperare ad un ordine dello Zar, che aveva deciso di concentrare in quella zona tutte le truppe alleate per sferrare il colpo decisivo.
Napoleone lo sorprende ad Arcis-sur-Aube (20 marzo); attraversa l'Aube con 28.000 uomini e attacca 80.000 avversari. L'incertezza delle sorti impedisce a Schwarzenberg di sfruttare il successo e permette ai Francesi di riattraversare il fiume sul ponte di Arcis e di mettersi al sicuro sull'altra riva.
Nel tentativo di arrestare l'avanzata dell'Armata di Boemia su Parigi anche i marescialli Marmont e Mortier si scontrano con la cavalleria nemica all'avanguardia, presso Fère-Champenoise, il 25 marzo 1814, ma sono costretti a ritirarsi dall'arrivo di rinforzi nemici. Anche l'arrivo della retroguardia francese al comando di Macdonald, composta da reclute al comando del generale Amey e dalla Guardia Nazionale, comandata da Patchod, non basta a ristabilire le sorti della battaglia. I giovani coscritti e gli anziani soldati della Guardia Nazionale rifiutano la resa e preferiscono combattere fino alla fine.
La strada di Parigi è ormai aperta: il luogotenente dell'Impero Giuseppe Bonaparte e il generale Clarke dispongono di soli 42.000 uomini per l'ultima difesa della Capitale, che si svolge prevalentemente a Nord. Marmont e Mortier perdono 9000 uomini.
Alle due del mattino del 31 marzo Marmont firma la capitolazione.



il teatro delle operazioni



Il Fronte meridionale

Il Maresciallo Soult, che per due mesi ha tenuto testa di fronte a Bayonne alle truppe del Wellington, è costretto ad abbandonare la linea dell'Adour il 27 febbraio 1814, giorno della Battaglia di Orthez. Assalito da Est dalle truppe di Wellington, che intendono snidarlo da Bayonne, egli deve ritirarsi verso Tolosa per il cedimento della sua ala destra. La ritirata avviene nel massimo ordine e le forze vengono ben presto riorganizzate.
Durante la ritirata Soult viene nuovamente sorpreso da Wellington, che risale la riva destra del fiume, ad Aire-sur-Adour ed è costretto a ritirarsi ancora (2 marzo 1814).
Nella prima battaglia di Tarbes, il 2 marzo, i Francesi si prendono la rivincita, sbaragliando i Portoghesi del generale d'Acosta.

Il 19 marzo, a 20 km a Nord di Tarbes, presso Vic-de-Bigorre, Soult viene attaccato dagli Inglesi, ma la resistenza dei generali Fririon, D'Armagnac e Drouet gli permette di mettere al sicuro il grosso a Tarbes.

Attaccato a Tarbes il 20 marzo, il generale Drouet d'Erlon affronta le truppe inglesi. Minacciati di aggiramento a destra, dove Clauzel ha dovuto abbandonare le alture di Orleix, i Francesi abbandonano la città.

Ritirandosi lentamente sotto la minaccia degli Inglesi che avanzano, Soult viene attaccato alle porte di Tolosa il 10 aprile. Napoleone ha già abdicato quattro giorni prima, ma la notizia non è ancora giunta al Sud. 54.000 Inglesi, Spagnoli e Portoghesi attaccano 36.000 Francesi, che perdono 3000 uomini contro i 4500 degli Alleati.
E' l'ultima battaglia della campagna.




il fronte meridionale



Gli ultimi assediati

Gli ultimi a cedere, in nome però del nuovo sovrano, Luigi XVIII, sono tuttavia i difensori di Anversa (3 maggio) e quelli di Amburgo (27 maggio).