1. La Storia
Nata a Stettino il 21 aprile 1729 come Principessa tedesca di Anhalt-Zerbst, piccola nobiltà prussiana, ricevette un'educazione di indirizzo francese. Fu inviata in Russia, assieme alla madre, quando aveva sedici anni, per contrarre matrimonio politico, come usava a quei tempi, con il Granduca Pietro, designato erede al trono della zia Elisabetta, Regina di Russia.
Bellissimo ritratto di Caterina giovane (Grooth)
Prima di partire, il padre le fece promettere che mai avrebbe abiurato la religione luterana. La giovane, di intelligenza vivissima e di pronto intelletto, si convertì invece all'ortodossia ed imparò rapidamente la lingua russa, dissipando in tal modo le prevenzioni della Regina Elisabetta nei suoi riguardi. Cambiò anche il proprio nome da Sofia Augusta Federica in quello di Ekaterina (Caterina) Alekseevna.
Non era troppo bella:naso lungo, mento pronunciato, occhi azzurro-ghiaccio, ma personalità d'acciaio energica e mascolina. Arrivò in Russia dopo un lungo e faticoso viaggio con la mamma Giovanna, che venne quasi cacciata dalla Regina Elisabetta perchè troppo intrigante.
Fidanzata, nel 1745, dopo quasi due anni, sposò il Granduca Pietro, uomo di salute malferma, che si rivelò subito brutale, incolto e probabilmente anche sterile. Gli piaceva giocare con i soldatini di ferro ed amava svisceratamente quelli prussiani, che imitava nel portamento e nelle continue ubriacature.
Caterina, abile cavallerizza
Caterina intanto coltivava amicizie importanti e trattava il marito quasi fosse una semplice amicizia, sia perchè coistui era abbastanza repellente, sia perchè dimostrava una completa immaturità.
Il marito, cui piacevano le donne brutte e deformi, pensò anche di ripudiare Caterina perchè, da un matrimonio mai consumato, non poteva nascere un erede. E la colpa di questo fu data ovvimente a Caterina.
Quando Caterina, ancora Granduchessa, nel 1754, riuscì finalmente a partorire un bambino dopo un primo aborto, il futuro Paolo I°, tutti a corte sapevano che il rampollo era figlio del cortigiano Sergej Saltykov. Questa nascita era però stata favorita a corte vista la negligenza di Pietro.
Alla morte della Regina Elisabetta, nel 1762, Pietro divenne Imperatore, con il nome di Pietro III°, ma per le sue vaghe e strane idee suscitò subito l'ostilità delle classi dirigenti.
Egli aveva una favorita, la più brutta delle dame di compagnia dell'Imperatrice, e sembra che volesse divorziare da Caterina per sposarla. Si chiamava Jelisaveta Voroncov: era zoppa, strabica e sgraziata. Caterina era però l'Imperatrice e gli aveva dato ufficialmente un successore. Per legge, non era quindi possibile il divorzio.
Si racconta che Pietro offrì un grande banchetto per celebrare la pace con la Prussia. Il salone era gremito di ospiti. Jelisaveta Voroncov era seduta accanto all'Imperatore Pietro, poi vicino c'era l'ospite d'onore della serata, il rappresentante del governo prussiano. Più distante, mescolata fra gli ospiti, Caterina. Pietro ordinò che il suo calice venisse riempito e, già ubriaco, si levò in piedi dicendo con voce impastata: "Brindiamo alla salute del Re Federico (di Prussia), nostro maestro !". Poi vuotò il bicchiere e gli ospiti lo imitarono. Seguirono numerosi altri brindisi anche in onore della famiglia imperiale. Tutti si alzavano in piedi e sollevarono il calice, tutti ad eccezione di Caterina, che rimase seduta. A Pietro non sfuggì il suo comportamento: prima cercò di ignorarla, poi perse la pazienza e le chiese perchè non si era alzata come tutti gli altri. La risposta di Caterina fu laconica, mentre un terribile silenzio si era instaurato nella sala: "Abbiamo brindato alla salute della famiglia Imperiale ed io faccio parte di questa famiglia con l'Imperatore e nostro figlio. Come posso alzarmi e brindare a me stessa ?". Pietro, ormai ubriaco, incominciò ad inveire contro di lei. Caterina, ben consapevole al pericolo cui si stava esponendo con il suo irrispettoso comportamento, restò seduta. Quella sera aveva preso serenamente una decisione importante.
Avrebbe lasciato agire coloro che insistevano per adoperarsi a suo nome: con il loro aiuto avrebbe conquistato il trono, prima che la vendetta del marito potesse raggiungerla.
Con la collaborazione dei 4 fratelli Orlov (Ivan. Aleksej. Fedor, Vladimir), dei quali uno, Grigorji diventò il suo focoso amante, fu preparato un riuscito colpo di Stato, sollevando la Guardia tutta, in modo che Caterina assunse il potere "per la difesa dell'ortodossia e la gloria della Russia".
Pietro III° fu costretto ad abdicare (1762) e morì in carcere in circostanze misteriose. Sembra sia stato strozzato da qualche sicario, forse con l'assenso di Caterina.
La nuova sovrana, donna di forte sensualità , ma poco sentimentale, ebbe numerosi amanti, si dice 21 accertati, più quelli anonimi, ma non trascurò mai la propria popolarità, benchè di origine straniera, come Sovrana nazionale, acclamata e benvoluta. Sembrava avere un'ingordigia erotica che le diede fama di amatrice dissoluta. Caterina fu soprannominata anche la
"Semiramide" e/o
"la Messalina del Nord".
Venne dichiarata anche erede spirituale di Pietro il Grande. Convinta che l'autocrazia fosse l'unica forma di governo adatta alle condizioni di un paese così vasto, mostrò un certo liberalismo, volto a tenere unita la nobiltà riformista, capeggiata da Nikita Panin, diplomatico anglofilo, ed atta a suscitare simpatia da parte dei filosofi europei utilizzando un mecenatismo ostentato più che sincero. Così ebbe per lungo tempo corrispondenze con Grimm e con Voltaire ed ascoltando, fino alla noia, i consigli di Diderot, che ella invitò a Corte.
La Russia, dapprima "snobbata" dalle Corti europee prese vigore e suscitò grande ammirazione.
Caterina, l'incoronazione
Nel 1767 fu convocata una grande commissione incaricata di riformare il Governo e la Società tutta, per la quale ella redasse un documento costituzionale (il
Nakaz, ispirandosi a
"L'Esprit des lois" di Montesquieu e a
"Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria) su come doveva essere il liberalismo, cosa che suscitò grandi speranze. Ma fu con questo documento che Caterina conobbe veramente quale fosse la vera divisione della società russa, pur non avendo voluto che clero e servitù della gleba fossero rappresentate.
Improvvisamente, suscitando grande clamore, la Zarina, che ormai aveva 43 anni, si liberò di Gregorji Orlov, sostituendolo con un bel giovane ventottenne, luogotenente della Guardia a cavallo di nome Aleksandr Vasil'cikov, promuovendolo fino al grado di Ciambellano, cui venne assegnato l'appartamento precedentemente occupato da Orlov. Il fatto sembrò un po' ridicolo. Si disse poi che fu un'astuzia politica: il potere degli Orlov era finito.
Da allora rafforzò i suoi legami con la nobiltà, unica classe veramente potente. Consolidò pertanto il suo assolutismo, dispensando l'aristocrazia del servizio militare, mantenendo la servitù della gleba; sopresse l'autonomia dell'Ucraina e confiscò i beni dell Chiesa. Questo stato di cose suscitò una forte reazione nelle masse popolari.
Nel frattempo Paolo , figlio di Caterina e presunto di Nicola III° (in realtà figlio di Saltykov), era divenuto maggiorenne di ventun anni e si era sposato. Egli non perdeva occasione di offendere l'Imperatrice, sua madre, che era gelosa della popolarità del figlio. Durante i lunghi festeggiamenti venne però letto, nel corso di un consiglio imperiale, un messaggio che informava che i cosacchi del fiume Jaik , odierno Ural, erano in rivolta, guidati da un disertore, Eml'jan Ivanovic Pugacëv (1373-1374), impostore geniale, che si faceva passare per la reincarnazione vendicatrice dell'assassinato Imperatore Pietro III.
N.M. Parilov: Pugacëv entra in Alatyr, 1774 -dipinto su legno; museo di Palech
Costui aveva raccolto una coalizione di un gran numero di Cosacchi, di Baskiri, di servi che rischiarono di travolgere la monarchia e che ebbero molti sostenitori anche a Mosca. Egli promise libertà e ricchezza ai servi della gleba, definì Caterina
"figlia del Maligno" e promise di pagare una certa somma per ogni nobile massacrato. Vennero così uccisi un notevole numero di nobili che vivevano nelle campagne, mutilati e scorticati vivi, violentate le loro donne, sgozzate, e massacrati i loro figlioli. Ma alle porte di Mosca questo impostore viene sconfitto da un imponente esercito e trascinato a San Pietroburgo in una gabbia di ferro, quindi squartato e decapitato.
Intanto Caterina, annoiata del focoso Diderot, che l'Imperatrice considerava ormai invadente ed incostante, cercava amici ed alleati. Ne trovò uno in Melchior Grimm, parigino, che divenne piacevole compagno grazie alla sua intelligenza e lo spirito mondano. Liberatasi dal noioso ed insignificante Vasil'cikov, ormai lei, quarantacinquenne con i capelli grigi e piedi malati, cercava un amico oltre che un amante. Siamo nell'inverno del 1773-74.
Nel mese di febbraio avvenne un importante cambiamento nella vita dell'Imperatrice: piombò a corte un uomo gigantesco, di aspetto sgradevole, orbo di un occhio, sciatto nel vestire e rozzo nei modi di fare. Caterina, abituata alla leziosità della Corte, ne restò abbagliata ed incantata. Il suo nome era Grigorji Potëmkin. Questa figura causò grande sbalordimento e costernazione: era dotato di un intelligenza prontissima, di un fisico imponente, esprimeva potenzialità e sagacia non ancora sfruttate ed aspirazioni elevate. Per Caterina era come se avesse scoperto l'amore per la prima volta.
Verso la fine del 1774, in gran segreto, sembra che i due si siano sposati in una chiesetta di un sobborgo di San Pietroburgo. La cosa non è certa. anche se la bilancia pende in senso affermativo.
Ma anche questo amore doveva inaridirsi: il 2 gennaio 1776, il giovane ed avvenente segretario polacco di Caterina, Petr Zavadovsky si insediò nell'appartamento del favorito che era stato di Orlov, di Vasil'cikov e di Potëmkin, anche se quest'ultimo godeva ancora dei favori dell'Imperatrice: nel marzo del 1776 fu insignito infatti del titolo di "Sua Serena Altezza Principe Potëmkin".
Nel 1779 pensò di aver finalmente trovato l'uomo con cui cercare di dividere le enormi responsabilità che gravavano su di lei, un uomo che potesse consolarla romanticamente ed essere l'appoggio della sua vecchiaia: si trattava di Alexandr D. Lanoskoji, Cavaliere della Guardia, un giovane di ventitrè anni, che Lei riempì di doni.
Continuava tuttavia a frequentare Potëmkin. La complessità di questo rapporto fece sì che a corte pensassero che Caterina era divenuta un'ingorda ninfomane. Ma Lanoskoji era malato: morì nel giugno del 1784 con forti dolori alla gola ed al petto. A nulla valse la presenza dei migliori dottori di corte.
Caterina II, Zarina di tutte le Russie
Caterina fu molto attiva in politica estera: nel 1764 fece eleggere Re di Polonia il vecchio favorito Stanislao Poniatowski ed ottenne nel 1768 che le leggi e le libertà polacche fossero poste sotto la sua giurisdizione. Nel 1772 annesse alla Russia gran parte del territorio lituano.
Nel 1768, incidenti ai confini polacchi provocarono la guerra con la Turchia, che più volte sconfitta (vittoria di Cesme, 1974), cedette le coste settentrionali del Mar Nero ed il Mar d'Azov (trattato di Küciük Kainarge, 1774). Il suo favorito Potëmkin fu scelto per amministrare i territori, tolti ai turchi.
Ormai sicura del suo potere, Caterina, nel 1775, realizzò una grande riforma amministrativa, dividendo l'Impero in Governatorati, non troppo estesi, divisi a loro volta in province, circoli, distretti. Vennero nominati magistrati politici, rappresentanti il potere centrale.Così le leggi sociali del 1785 confermarono le direttive della riforma del 1775. Se la Carta delle città non modificò notevolmente il regime assoluto di Pietro il Grande, la legge sulla servitù della gleba ne peggiorò la condizione, al punto che dal 1783 venne perfino proibito ai contadini di passare da un proprietario ad un altro. Questo però favorì lo sviluppo dell'economia e dell'industria. Con l'aiuto dell'immigrazione francese, venne intrapresa una grandiosa opera di colonizzazione agricola nelle steppe del Sud, dalla Crimea al Kuban. Nacquero così nuove città quali Cherson nel 1778 e Sebastopoli nel 1784.
Accompagnata da Giuseppe, Imperatore d'Austria, e da un gran numero di stranieri, Caterina si recò in Crimea ad ammirare quanto Potëmkin aveva realizzato per la grande prosperità del paese.
Caterina II, a mezza età
Ma nel 1787, il mancato riconoscimento da parte della Turchia, dell'Indipendenza della Crimea, annessa alla Russia nel 1783, provocò una nuova guerra. Le armate russe, guidate da Suvorov, obbligarono i turchi ad accettare il predominio di Caterina su tutto il territorio a N ed a E del Dnestr (Trattato di Iasi,1792).
Contemporaneamente si pose nuovamente il problema della Polonia, che nel 1791, ritentò l'unificazione interna.
La cosa non riuscì e portò anzi alla spartizione in due parti della Polonia (1793-1795), in cui Caterina ottenne l'annessione dei territori lituani, ormai abitati da un buon numero di russi.
Caterina riuscì quindi a riunificare tutte le terre russe ad eccezione della Galizia. Aprì uno sbocco sul Mar Nero, inserendo il suo Impero fra le grandi potenze europee.
Durante il suo regno, l'aristocrazia, ancora ancorata alla tradizione,ebbe maggiori contatti con la raffinata cultura occidentale. Non mancò una buona attività letteraria, favorita dal fatto che la Zarina amava circondarsi di stranieri. Nell'attesa che gli architetti russi completassero i loro studi all'Accademia di Belle Arti di Pietroburgo, operarono nelle città dell'Impero numerose personalità straniere. Ricordiamo Vallin de la Mothe, Rinaldi, Cameron, Quarenghi. Falconet e Marie-Anne Collot per gli scultori, Rochet per le porcellane.
Caterina collezionò anche numerosi quadri, acquisiti per lei da Falconet, Diderot, Grimm (opere oggi presenti all'Hermitage di San Pietroburgo).
Vengono qui mostrati alcuni oggetti a Lei preziosi e di magnifica fattura, assieme a migliaia di altri, ormai finiti nelle aste internazionali, raggiungendo costi considerevoli.
La Russia di Caterina la Grande risulta in continuità con Pietro il Grande e con Ivan il Terribile: una donna capace che, a buon diritto, va a far parte di quelli che sono stati nominati i
"bolscevichi incoronati".
Caterina morirà a San Pietroburgo, città da sempre preferita a Mosca, il 6 novembre 1796. Fu tumulata assieme a Pietro III nella Cattedrale dei Ss. Pietro e Paolo,dove tradizionalmente venivano sepolti gli Imperatori russi.
La dinastia dei Romanov continuerà con Paolo I° (1796-1801).
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