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IL TALLERO 1780.

A causa della grande circolazione di questa moneta, fu stabilito, dopo la morte di Maria Theresia, di riconiare il tallero datandolo 1780. I primi a farlo furono Vienna e Günzburg seguiti da Karlsburg, Kremnitz, Praga, Venezia, Milano e Hall (Tirolo).


Il tallero fu accettato come moneta circolante nel Levante ed in Africa fino alla fine della seconda guerra mondiale. E' accettata ancor oggi come moneta circolante in alcuni paesi dell'Africa e nella Penisola arabica.


Tanti anni piu' tardi (1918), in Italia, sotto il regno di Vittorio Emanuele III si ritento' la coniazione del tallero per la colonia Eritrea creandolo molto simile a quello di Maria Theresia, al quale gli indigeni erano sempre stati legati. Il diritto era rappresentato da un busto muliebre con testa diademata e manto d'ermellino; al rovescio l'aquila sabauda spiegata e coronata con lo scudo dei Savoia nel petto. Ma questo esperimento falli' per cui si dovette sospendere la coniazione ed ottenere nel 1935 dal Governo austriaco il diritto di riconiare per 25 anni i vecchi talleri di Maria Theresia, usando i punzoni ceduti da quello Stato. Secondo il Lanfranco, l'insuccesso del tallero italiano era da ricercarsi nel particolare che essi usavano per accertarsi del logorio dei talleri di Maria Theresia "toccando col pollice della mano destra il bottone che nel diritto di detta moneta ferma sulla spalla destra il vestito dell'Imperatrice". Dallo stato di usura di detto bottone, gli indigeni giudicavano se il pezzo era piu' o meno calante di peso. "Sul tallero italiano non si era pensato di mettere un bottone o qualche altro punto sporgente da servire come indice di riferimento per il giudizio sul logorio".


L'enorme circolazione del "Tallero di Maria Theresia 1780" ha fatto si' che i vari paesi contromarcassero tale moneta. Numerosi esempi sono proposti nelle figure sottostanti, che mostrano quale diffusione areale abbia raggiunto.


Nel periodo 1820-1866, furono coniati tra Milano e Venezia 15 milioni di talleri. Malgrado questa grande quantita' fino ad oggi non era conosciuta la tipologia di questi talleri ed era opinione comune degli Autori credere che tali monete non si potessero distinguere dai talleri viennesi.


Ma la Zecca di Vienna ha sempre avuto cura che i talleri che provenivano da zecche provinciali potessero essere riconusciute facilmente dagli specialisti, sia per l'aspetto della firma, per piccoli particolari o per l'aspetto del bordo. Cio' era fatto per ragioni di controllo. Questo principio fu applicato anche per i talleri italiani. Ma un autentico tallero di Maria Theresia e' stato trovato a Milano coniato nel 1815 durante la visita alla Zecca dell'Arciduca Giovanni d'Austria. Altri due esemplari autentici risultano coniati dalla Zecca di Venezia durante l'assedio del 1848.
Arrigo Galeotti suppone che anche a Firenze siano stati coniati dei talleri di Maria Theresia dopo il 1814, sul modello di quelli veneziani. Fu trovata anche una nota datata 20-7-1814 che autorizzava tale coniazione, ma sembra del tutto improbabile che essa abbia avuto luogo. Non sembra possibile infatti che l'Austria abbia concesso il diritto di coniare monete austriache ad un altro Stato, sia pure legato a vincoli di grande amicizia con la Casa d'Absburgo. Il tallero di Maria Theresia era allora denaro ufficiale entro i confini dell'Impero. Se vi fu coniazione, si tratto' sicuramente di pochi pezzi anche se sicuramente si sarebbe trattato di un ottimo affare, perche' con le guerre francesi, il numero di talleri si era fortemente ridotto e la domanda nel Levante era pressante.
In definitiva dal 1780 fino al 1880 erano impegnate nella coniazione dei talleri di Maria Theresia 4 o 5 Zecche. Dal 1800 al 1815 vi fu una pausa prolungata, con coniazioni molto ridotte. L'attivita' di prima 4 (chiusura della zecca di Günzburg nel 1805) e poi 3 zecche riprende verso il 1812. Dopo il 1864 rimane soltanto la Zecca di Vienna. Tra il 1820 ed il 1866 furono coniati 15 Milioni di talleri di "Maria Theresia 1780"


Dal 1880 in poi vi fu un'incredibile proliferazione nella coniazione. Vi parteciparono nei domini austro-ungarici Vienna, Kremnitz, Praga, Salzburg, Karlsburg, Hall, Nagybanya, Mantua, Günzburg, Milano, Oravicza, Schmollnitz, Venezia.
A causa degli innumerevoli coni dei talleri di Maria Theresia e del loro volume (400 milioni di monete) esistono una grande varieta' e differenti tipologie.
Nel 1935 vi fu una concessione dell'Austria all'Italia di poter riconiare 10.000 talleri all'anno. Anche le banche d'Inghilterra incominciarono a coniare talleri esse stesse per favorire i loro traffici nel Levante, in aggiunta a quelli di Vienna e di Roma. Cosi' talleri di "Maria Theresia 1780" furono riconiati a Londra, Birmingham, Bombay. Seguirono Parigi e Bruxelles e si pensa che siano stati coniati anche a Firenze, Leningrado, Stoccolma e Utrecht. Si ha la certezza anche di alcuni riconi privati. Dati non ufficiali parlano di 800 milioni di pezzi.
Dal 1935 al 1975 furono prodotti nelle varie Zecche "Talleri di Maria Theresia 1780" nel seguente numero:
19.496.729Roma1935-1939
11.809.956Parigi1935-1957
19.835.054Londra1936-1961
10.994.524Bruxelles1937-1957
18.864.676Bombay1940-1941
3.428.500Birmingham1949-1955
9.924.151Vienna1956-1975




L'affascinante storia del Tallero di Maria Theresia e poi quello del riconio 1780, ha sempre incuriosito i collezionisti, che continuano a "battere" i mercati anche orientali alla ricerca di nuovi tipi di questa moneta che, pur avendo sempre le medesime caratteristiche, presenta o minime variazioni o contromarche di lontanissimi paesi. Di questi ultimi i Talleri ne potrebbero testimoniare le vicissitudini.







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