Ragusa, pur facendo parte intrinseca della Dalmazia e pur seguendo le vicissitudini storico-politiche, variò le sue monete a seconda essa facesse parte della regione oppure fosse città indipendente.

Nel 1088 tutta la Dalmazia, compresa Ragusa, passò al regno di Ungheria, tranne la città di Zara, che era stata conquistata dai veneziani.
Di questo periodo è noto qualche denaro d' argento di Andrea II°, re di Ungheria, coniato specialmente per la Dalmazia sui quali egli si chiama + ANDREAS . DAL . R. Queste monete, parzialmente copiate dai denari del Patriarcato di Aquileia, hanno da un lato un sole ed una mezzaluna, dall'altro un edificio.

La Zecca di Ragusa, una delle prime Zecche dei Paesi Balcanici, venne aperta con ogni probabilità verso la fine del XIII° sec. e fu l'unico esempio di un possedimento veneziano con propria Zecca e con proprie monete senza segni distintivi del dominio della Serenissima. La sua chiusura si fa invece risalire al 1803, cioè a qualche anno prima della fine della Repubblica, anno in cui furono coniati gli Iperperi. Ciò perchè non si è trovata alcuna moneta con una data posteriore a tale anno. Diamo qui di seguito l'elenco delle monete presenti a Ragusa a partire dal 1200.

Perpero o Iperpero: moneta d'argento il cui nome deriva da Hyperpiron moneta di origine bizantina. Nel XIII° secolo era moneta di acconto e valeva 12 grossi; dal 1683 al 1750 fu coniata una moneta con questa stessa denominazione. è stato coniato anche il 1/2 Hyperperon



Follaro: moneta di rame utilizzata in gran numero di stati italiani, di cui il follis era il prototipo. I piccoli follari di rame, che furono fabbricati fino alla fine del XIII° sec, sono rappresentati da una testa laureata o con casco ed al rovescio da una fortezza con la scritta CIVITAS RACVSII. Ragusa e Scutari lo adottarono prima del XIV° secolo, ma dopo questo periodo fu gradualmente sostituito da altre monete.



Grosso o Denaro: furono messi in circolazione dalla città dal XIII° sec all'inizio del XVI°. Fu rimpiazzato poco più tardi dal matapan, moneta più larga e di maggior spessore. Un testo del 1365 dice che il "Ban di Bosnia" faceva coniare le sue monete a Ragusa.



Semigrosso d'argento o Grossetto: Il Grossetto diminutivo di grosso, monetina con base d'argento, fu coniata a Venezia nel XIV° secolo, dove fu rimpiazzata poco più tardi dal matapan, moneta più larga e di maggior spessore. Il suo valore era di 4 Soldi. Il grossetto della Dalmazia e dell'Illiria (1626-1720), valeva solo circa 2/3 di quello veneto. Queste monete sono rappresentate con figura in piedi, busto o testa di S. Blasio al diritto ed il Cristo con un bordo ovale, la mandorla, al rovescio.



Capuciae: il nome deriva da una varietà di Follaro coniato a Ragusa alla fine del XIII° sec. Il Diadema e la toga sulla figura al rovescio gli dà l'apparenza di essere coperto con un berretto, quindi un'elezione popolare.
Uno statuto dell'anno 1294 dice: "Follari, qui dicuntur capuciae".

Mezzanino: era una moneta d'argento del valore di mezzo grosso che uscì per la prima volta sotto il Doge Francesco Dandolo (1326-1339). Ma un mezzanino di rame fu coniato a Ragusa nel 1795 e 1796 con lo stesso valore del tipo veneto.





Artilucco o Artiluk: moneta d'argento della Repubblica di Ragusa coniata dal 1627 al 1701. Aveva un valore di 3 grossetti ed era copiato dal Polish Dreigrõscher. Il nome sembra derivare dalla parola turca "altiluk" cioè 6 pieghe, perchè era l' equivalente di 6 Para nell'impero ottomano.



Soldo: nome che deriva probabilmente da solido. Il soldo di Ragusa era una moneta di rame introdotta nel 1680, con il valore di 5 Follari, o nel sistema veneto di 5 bagattini. Fu abolito nel 1797.



Ducato: il ducato di Ragusa fu coniato solo negli anni 1722, 1723 e 1739 ed aveva un valore di 40 grossetti.



Vislino o Ragusino o Tallero: moneta d'argento del valore di 60 Grossetti. Apparve nel 1725 con l'iscrizione DVCAT ET SEM. REIP. RHAC. cioè DUCATUS ET SEMIS che significava 1 ed 1 1/2 del Ducato d' argento della REPUBBLICA di RAGUSA. La parola SEMIS deriva chiaramente dal semisse del sistema imperiale romano. Il tipo originale aveva al rovescio il busto di S. Biagio, il santo patrono. A questo seguitò nel 1743 il busto del Rettore, cioè la testa della Repubblica. Il disegno rimase fino al 1779 con piccole variazioni. Il primo tipo è noto come S. Blasio Taler, il tallero di S. Biagio, ed il Vislino, come l' ultimo nome del Santo in Serbia. La seconda varietà era chiamata Ragusino e Tallero-Rettore o Tallero Rettorale. Fu coniato anche il 1/2 Tallero.







Libertina: moneta d'argento, coniata dal 1791 al 1795, con il valore di 2 ducati o di 80 grossetti. Era copiata dal Tallero di Maria Teresa ed il suo nome era dovuto alla scritta LIBERTAS al rovescio.



Nel breve periodo napoleonico (1806-1815) a Ragusa non risulta emessa alcuna monetazione speciale e tantomeno sono da attribuirle monete ossidionali (forse solo monete di necessità) in seguito al blocco navale del luglio 1798 e all'occupazione francese del 1806-1807 (Traina, 1976).
Molte medaglie di Ragusa sono oggetto di collezione da parte di collezionisti della storia di questa caratteristica città.

Il Sistema monetario di Ragusa era il seguente:
1 Grossettocorrispondeva a 6 Soldi
1 Perperocorrispondeva a 12 Grossetti
1 Ducatocorrispondeva a 40 Grossetti
1 Tallerocorrispondeva a60 Grossetti
1 Libertinacorrispondeva a80 Grossetti


Terminiamo questa breve esposizione con un capitoletto dedicato al periodo del dominio veneziano quando circolò una monetazione speciale anonima per la Dalmazia e l' Albania, che ovviamente interessò anche la città di Ragusa.

Nel 1410 venne coniata una moneta d'argento per la Dalmazia. Nacque così il "soldo" per sostituire i soldi ungheresi ed i denari di Aquileia. Il soldo aveva lo stesso titolo di queste monete. Al diritto c'era l'immagine di San Marco e al rovescio si poteva leggere MONETA DALMATIAE.
Nel 1626 il Senato veneziano decretò la coniazione di soldi e bezzi di rame puro di 4.97 g e 2.48 g per un valore di 8000 ducati poi divenuti 35.850, visto il successo dell'operazione precedente.
Nel 1684 fu ordinata la battitura di "gazzette" (2 soldi) e soldi di rame di gr 7.86 e 3,93g per 2000 ducati d'oro.
Nel 1687, per combattere l'invasione dei grossetti ragusei, furono coniate monete d' argento con valori di 20, 8 e 4 soldi per un valore di 10.000 ducati con gli stessi stampi usati per le gazzette ed i soldi di rame. Il venti soldi fu chiamato "liretta" per la differenza di peso dalla liretta corrente a Venezia.
Di queste monete seguirono altre coniazioni di forte entità.
Nel 1724, a causa della troppa coniazione di gazzette e soldi di rame, seguì un forte fenomeno inflattivo. Ciò costrinse al ritiro di molte monete di tale tipo.
Nel 1796 il Senato decretò nuovamente di battere gazzette e soldi di rame per la Dalmazia e Albania. Essendosi persa la memoria dei pesi delle precedenti emissioni, le monete furono coniate al peso di 7.02 g e 3.51 g. Queste ultime risultarono quindi più leggere delle precedenti. Questo ha permesso agli studiosi di riconoscere un'emissione dall'altra soprattutto per la differenza di peso, ma anche per lo stile.

Le monete, circolanti in Ragusa, durante il dominio veneziano in Dalmazia furono dunque le seguenti:

Soldo di lira dalmata
Liretta da venti soldi
Otto soldi
Quattro soldi
Gazzetta da 2 soldi
(decreti 1684, 1710,
1796 in fig.)
Soldo
(decreti 1626 in fig.,
1684, 1710, 1796)
Bezzo da 6 bagattini
(decreto 1626)



Una monetazione era anche presente sotto il dogado di Alvise II° Mocenigo 1700-1709 con il "Leone d'Argento" da 80, 40, 20,10 Soldi.




Questo capitoletto è un riassunto di quello più ampio della "monetazione anonima per la Dalmazia e l'Albania" del libro "la Zecca di Venezia", scritto ed edito dall'amico Raffaele Paolucci, recentemente scomparso, cui va un perenne ringraziamento per questa bella opera lasciataci.