Premessa.
Quando si parla di Pico, molti diranno "sì, Pico DELLA Mirandola" interpretando Pico come nome proprio," così come "Leonardo DA Vinci" o "Antonello DA Messina", ecc. "I Pico" invece erano una famiglia medievale ed anche molto potente.
Per indicare l'uomo dalla memoria formidabile bisognerebbe dire in modo corretto "Giovanni Pico della Mirandola".
La storia della "città" di Mirandola fino all'insediamento dei Pico è ben illustrata da un antico documento "Lettere Mirandolesi" di Pompilio Pozzetti (1796) dedicate al Conte Ottavio Greco nel 1796.
Il nostro impegno storico-numismatico parte appunto dall'insediamento dei Pico a Mirandola, quando l'Imperatore Enrico VII la consegnò in feudo a questa famiglia nel 1311.
La Famiglia Pico
Nel 1311 l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo nominò Francesco I Pico Vicario imperiale e Signore del territorio di Mirandola.
Nel 1321 Rinaldo Bonaccolsi, signore guelfo di Mantova lo catturò imprigionandolo nella rocca di Castellaro (oggi, Castel d’Ario). Qui lo fece murare vivo assieme ai due figli Tommasino e Prendiparte, senza acqua nè cibo, e finirono per divorarsi a vicenda (come il conte Ugolino).
Nel 1432 Giovanni Francesco I ricevette dall'imperatore Sigismondo anche il titolo di conte di Concordia. Trattandosi di due entità statali disgiunte
de jure, ogni sovrano dei Pico portava due titoli diversi, uno connesso alla corona di Mirandola ed uno a quella di Concordia.
Gian Francesco Pico I nel 1467 lasciò lo Stato a tutti e tre i figli,
Galeotto, Antonmaria e
Giovanni.
Quest’ultimo, quello noto a tutti, già, all’epoca era un famoso letterato e non s’interessò mai al governo dello stato.
Invece gli altri due fratelli entrarono in conflitto e alla fine Galeotto fu riconosciuto Signore di tutto lo Stato. Di nuovo nel 1499, quando morì Galeotto, i tre figli, Giovan Francesco II, Lodovico e Federico si scontrarono tra loro.
Nel 1502 Lodovico e Federico si presentarono sotto le mura della Mirandola con un esercito francese costringendo il fratello a fuggire.
Nel 1510
Giovan Francesco II con l’esercito papale di Giulio II assediò Mirandola, sino alla resa della città (1511). Cinque mesi dopo, fu lui a doversi arrendere ad un esercito francese.
Infine, nel 1513 Mirandola fu occupata da un esercito imperiale e l’imperatore divise i due feudi tra i contendenti: a Giovan Francesco II andò Mirandola, a sua cognata rimasta vedova con il nipote Galeotto II, andò Concordia.
Galeotto II odiava lo zio e nel 1533 lo fece uccidere.
A Galeotto II successe il figlio Lodovico II che morì nel 1568.
Suo figlio Galeotto III (+ 1597) era affetto da gravi problemi psichici per cui nel 1590, consapevole dei propri problemi, associò al governo suo fratello Federico II e dopo due anni si fece frate.
Lo stato passò poi al terzo fratello Alessandro I (1602-1617), da lui ad Alessandro II (1637-1691).
Infine a
Francesco Maria II in quanto suo padre Francesco Maria I era morto nel 1689.
Con lui fu a lungo reggente la terribile prozia Brigida Pico (1691-1706), sorella maggiore del nonno, che governò in modo dispotico.
Francesco Maria II fu accusato di tradimento dall’Imperatore Carlo VI d'Asburgo per aver consegnato la città alla Francia per cui fu deposto nel 1708. Dopo due anni l’Imperatore vendette Mirandola al duca di Modena, Rinaldo I d'Este (1710) per 180 000 doppie di Spagna (più di una tonnellata d'oro).
Curiosità sui Pico:
I Pico sono un ramo del più vasto consorzio parentale detto dei Figli di Manfredo, dal nome di un vassallo dei Canossa vissuto nella seconda metà dell'XI secolo.
Il nome Pico ha probabilmente origine dal latino "picus": "picchio".
Probabilmente in quanto non esistono prove certe che il nome derivi da quello dell'uccello oppure se abbia un'origine sconosciuta,
Una leggenda racconta che Pico (lat. Picus) fu un antico dio italico, cui si ricorreva per responsi. Figlio di Saturno, padre di Fauno e avo di Latino, re degli Aborigeni; sua moglie fu Canente, una ninfa figlia di Giano. Circe, intenta a raccogliere erbe per i suoi filtri magici, lo vide e se ne invaghì. Per farsi notare da lui costruì un'immagine fittizia di cinghiale che Pico seguì e così raggiunse la maga che gli apparve in tutta la sua bellezza. Ma Pico la respinse perchè fedele alla sua giovane sposa. Circe allora lo trasformò in picchio, uccello sacro a Marte; insieme alla Lupa concorse a salvare Romolo e Remo.
Storia essenziale dei Pico:
I Pico, ottenuta (1354) dall’imperatore Carlo IV l’investitura feudale, rimasero a Mirandola (dal 1596 come principi e dal 1617 come duchi) fino al 1708, quando l’imperatore Giuseppe I privò della signoria il duca Francesco Maria II, reo di aver ceduto la città ai Francesi (1703). Il feudo fu allora venduto ai duchi di Modena, che lo tennero fino all’annessione al Piemonte (1860).
Curiosità su Mirandola:
Perché Mirandola si chiama così? Non è noto ma secondo i documenti l'insediamento esisteva già nel 1100 come villaggio periferico, durante il periodo in cui governava Matilde di Canossa. Mirandola è ricordata la prima volta nel 1102, quale possesso della contessa Matilde che vi fece erigere il più antico castello. Il comune (12° sec.) fu da subito ostacolato dall’espansione territoriale delle vicine signorie reggiane.
La città-fortezza di Mirandola, bastionata a stella ottogonale, subì numerosi assedi, tra cui quello del 1502, nel giugno 1511 con il papa Giulio II, che vi partecipò personalmente e quello del 1551, anche quest'ultimo ad opera dell'esercito pontificio sotto il regno di papa Giulio III.
L'assedio del 1704-1705 durante la guerra di successione spagnola decretò la fine del Ducato della Mirandola dopo 400 anni di autonomia, mentre nell'assedio del 1735 la città dovette arrendersi alle truppe spagnole nell'ambito della guerra di successione polacca.
Nuovo assedio nel 1742: Mirandola venne attaccata dall'esercito piemontese del Regno di Sardegna guidato da Carlo Emanuele III di Savoia insieme al generale austriaco alleato, conte Otto Ferdinand von Traun. Curiosamente, anche questo assedio ha uno stretto legame con la tradizione culinaria mirandolese: in quest'occasione infatti, così come pure durante l'assedio di Giulio II nacque lo "zampone", vennero inventati i tipici "maccheroni al pettine".
A segnare la decadenza della cittadina contribuì anche un fulmine che nel 1714 fece esplodere la polveriera e con essa gran parte del castello che costituiva la reggia dei Pico.
Una seconda curiosità: perchè si dice "della Mirandola" e non "di Mirandola", come sarebbe ben comprensibile e forse più corretto? Qui ci viene in aiuto la storia. L'Imperatore elevò a rango di città il paese di Mirandola, con gran vanto degli abitanti. Ed ecco la contrazione: es. I Pico della [ città di ] Mirandola.
Giovanni Pico della Mirandola è stato ricordato nel 1963 con un francobollo delle Poste Italiane di lire 30 che lo rappresenta con lo sguardo a sinistra.
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