Dalla nascita al Regno di Napoli e delle due Sicilie.

Joachim Murat è nato a La Bastide-Fortunière il 25 marzo 1767. Cadetto di dodici figli di un albergatore, divenne seminarista a Cahors, ma abbandona, fuggendo, la carriera ecclesiastica a causa di un diverbio con un compagno, ed intraprende la carriera militare. Nel febbraio 1787 si distingue subito come Cavaliere nei "Primi Cacciatori delle Ardenne", ma nel 1789, dopo un atto di insubordinazione, viene cacciato dall'esercito, e va a lavorare come commesso in una drogheria di Saint-Céré. Ma la sua persona emana fascino ed impressiona: il 14 Luglio 1790 viene designato dal suo Cantone a partecipare alla festa della Federazione e l'anno dopo riesce di nuovo ad arruolarsi come soldato semplice. Il 30 maggio 1791 diventa Sotto-luogotenente Lo si nota subito per la sua aria marziale e la capacità di cavalcare: viene promosso ufficiale nel 1792.


La casa natale

Grazie alla Rivoluzione ed alla guerra, nel mese di maggio del 1792 diventa Maresciallo, ma nell'ottobre è già Luogotenente e, manifestando opinioni estremiste, denuncia i suoi camerati più dissoluti, cercando anche di trasformare il suo nome in Marat, dopo l'assassinio del suo idolo. Dopo la caduta di Robespierre, la protezione di Cavaignac gli evita pericolose conseguenze ed il 13 Vendemmiaio dell'anno IV° ( 5 ottobre 1795 ) incomincia la sua vera ascesa. Barras e un giovane generale corso, Bonaparte, chiedono un volontario per ricuperare 4 cannoni che si trovavano nella "Plaine des Sablons". Murat si propone e ritorna con 40 pezzi d'artiglieria, portandoli fino alle Tuileries. Quest’azione permise di soffocare l'insurrezione realista.
Per questo atto di coraggio Murat ottenne il grado di Capo di Brigata e divenne Aiutante di Campo di Napoleone con il grado di Generale di brigata (maggio 1796). Trovò così un nuovo personaggio da adorare che gli faciliterà la carriera.


Joachim Murat

Il suo coraggio, al limite della temerarietà lo fa distinguere sia in Italia (assedio di Mantova 1796-1797 e dopo Campoformio, come inviato al Congresso di Ratstatt) che in Egitto (presa di Alessandria, 2 luglio 1798 e battaglia delle Piramidi, 21 luglio). Viene nominato sul campo Generale di Divisione ad Aboukir il 25 luglio 1799, dove cattura personalmente il Pascià Mustafà al quale trancia due dita della mano durante l'azione, ma riceve una ferita provocata da una proiettile che gli attraversa la mascella da parte a parte.
Successivamente si imbarca col Bonaparte per rientrare a Parigi dove è attivo anche nel Colpo di Stato di Brumaio.
Nominato Comandante della Guardia Consolare, Murat sposa Carolina, sorella dell'allora Primo Console Napoleone nel gennaio 1800, entrando così a far parte della famiglia Bonaparte. In Italia si distingue soprattutto nella battaglia di Marengo il 14 giugno 1800 dove gli viene donata la "Sciabola d'onore" e diventa Governatore della Repubblica Cisalpina. Scaccia poi i Napoletani da Roma e impone loro il trattato di Firenze (1801). Un anno dopo il suo matrimonio, il 21 gennaio 1801 nasce Achille-Carlo-Luigi-Napoleone ed alla fine dello stesso anno viene nominato Generale in capo.
Il 25 Aprile 1802 nasce la secondogenita Maria-Letizia-Giuseppina-Annunziata, mentre il 16 maggio 1803 a Milano nasce Luciano-Napoleone-Carlo-Francesco.
L'Impero lo ricopre di titoli.
Rientrato in Francia, viene nominato Membro del Corpo Legislativo (1803), Governatore di Parigi (1804, dove fu anche responsabile del processo a Luigi di Condé, Duca d'Enghien), Comandante delle truppe della Prima Divisione militare e della Guardia Nazionale (maggio 1804), Maresciallo poi Grande Ammiraglio e Principe dell'Impero (febbraio 1805).


Il 22 marzo 1805 Napoleone dona alla sorella Carolina l'Eliseo, in occasione della nascita della quarta ed ultima figlia Luisa-Giulia-Carolina e nello stesso anno Murat ha l'opportunità di distinguersi nella campagna d'Austria, alla testa di tutta la cavalleria con la presa di Ulm (15-20 ottobre 1805). Seguitò poi ad inseguire le armate austro-russe lungo tutto il Danubio. Quando Napoleone gli ordinò di coprire i fianchi della Grande Armata egli entrò a Vienna alla testa dei suoi uomini l'11 dicembre 1805. Per questo atto di insubordinazione Napoleone gli fece severe rimostranze. Ma Murat si fece perdonare durante la campagna di Prussia, culminata con il grande successo di Austerlitz (2 dicembre 1805) e con la firma di pace di Presburgo.
Questa campagna metterà in evidenza tutti i pregi e difetti di condottiero del Murat, che verranno alla ribalta anche nella sua condotta futura. Infatti errori tattici e decisioni troppo impulsive misero a rischio l'esito della battaglia, ma vennero nascoste dall'audacia e dalla capacità di condurre i propri uomini, al punto che alla fine egli venne considerato un “maestro di cavalleria”.
Grazie all'importanza delle sue vittorie, Napoleone conferisce a Murat il titolo di Granduca di Berg e di Clèves il 15 marzo 1806.


Murat e la "sua" Cavalleria

Negli ultimi quattro mesi del 1806 egli dimostra ancora la sua capacità di condottiero durante la campagna di Prussia. Infatti Prussia, Svezia, Russia ed Inghilterra dichiararono guerra alla Francia. Murat caccia i prussiani fino a Leipzig; a Jena (14 ottobre 1806) stravince con la sua cavalleria contro l'esercito prussiano e fa capitolare Blücher a Lubecca e, con un ingegnoso strattagemma, anche Stettino. Ormai la Prussia è senza un esercito, ma l'avvicinarsi dell'esercito russo costringe Napoleone ad intraprendere una nuova campagna. Dopo la gloriosa entrata a Varsavia, il 28 novembre 1806, ed alcuni vittoriosi combattimenti di cavalleria, si giunge alla famosa battaglia di Eylau (8 febbraio 1807), dove Murat guida la più imponente carica di cavalleria contro il cuore schierato dell'esercito russo. Questa carica entrerà nella leggenda con il nome di "carica degli 80 squadroni". Così si impadronì anche di Königsberg il 16 di giugno. Napoleone stesso dirà che la battaglia è stata vinta da Joachim Murat. Terminata la campagna di Polonia con il trattato di Tilsit, l'Europa tutta è ormai ai piedi di Napoleone. Murat deve però ancora attendere per cingere una corona.
Nella penisola iberica si prevedono nuovi scontri. Nel 1807 il Portogallo viene conquistato dal Maresciallo Junot ed il 27 febbraio 1808 Murat entra in Spagna occupando Vittoria (10 marzo) ed Aranda (16 marzo). Il 23 marzo entra a Madrid con la speranza di essere accolto come un liberatore. Al contrario, viene attaccato dal popolo, perchè i francesi proteggono l'odiato Godoy, che era il ministro del sovrano spagnolo Carlo IV°, fatto rifugiare in Francia.
Il 2 maggio tutta Madrid si ribella e solo la sera i francesi ritornano padroni della città, dopo duri e sanguinosi scontri. Il 5 maggio, a Bajona viene firmato un trattato fra francesi e spagnoli che fa terminare la campagna di Murat.
Il 2 maggio 1808 Napoleone gli offre la possibilità di diventare Re di Napoli o Re del Portogallo, eliminando così le sue velleità di diventare Re di Spagna, titolo che il Bonaparte volle dare al fratello Giuseppe che non lo desiderava affatto.
il 15 luglio 1808 Murat, fattosi esonerare dal servizio attivo, accetta di diventare Re di Napoli al posto di Giuseppe Bonaparte, che lo aveva lasciato vacante per diventare Re di Spagna, con il seguente titolo ufficiale: "Gioacchino Napoleone, per la Grazia di Dio e la Costituzione dello Stato, Re delle Due Sicile e Grande Ammiraglio dell'Impero".
Il decreto stabiliva l'ordine di successione, secondo il quale, estinta la discendenza mascolina del Murat, che prendeva il nome di Gioacchino Napoleone, la corona doveva tornare all'Imperatore e dopo passare successivamente a Giuseppe, a Luigi e a Girolamo. Il nuovo Re avrebbe governato secondo lo statuto di Bajona.
Dovette però anche rinunciare al Granducato di Berg e di Clèves.
Da questo momento Joachim Murat pratica la propria politica, tentando di salvare il suo trono, quando l'Impero incomincerà a vacillare.

(continua)






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