Campofregoso è una minuscola località della val Polcevera, in provincia di Genova, nei pressi di Granarolo. Il toponimo della località, secondo G. Ferro, è in relazione con le piante di felce che colà si moltiplicavano.
Lo stesso nome identifica una delle più potenti famiglie che costituirono la scena politica italiana del XV secolo, noto anche nella sua evoluzione di “Fregoso”.
La famiglia Fregoso, di origine popolare e di parte guelfa, fu sostenuta dai Doria per la sua aperta ostilità alla famiglia Adorno, ghibellina. L’ascesa della famiglia nella vita politica genovese risale a Rolando, vissuto nel XII secolo, Castellano di Voltaggio, Gavi e PortoVenere, al quale succedettero uomini insigni nel Governo, nelle lettere e nella Chiesa.
Essa si estinse a Genova nel 1660. Rami collaterali ne tramandarono il nome a Venezia, Verona, Milano e Padova. Essi sono: Fregoso Semprevivi, Fregoso della Stanga, Fregoso dell'Aquila, Fregoso dei Paternostri, Fregoso del Gancio. Il ramo padovano della famiglia si estinse nel 1664.
Il palcoscenico quattrocentesco del potere genovese, che vede avvicendarsi fra gli altri anche i Visconti ed i Sovrani Francesi, rimase sempre assoggettato al potere economico di un ristrettissimo gruppo di famiglie cittadine, popolari e nobili.
Aumentarono le tasse e il Governo contrasse debiti, in specie con le famiglie facoltose. Quando gli interessi divennero talmente alti da rendere difficile il pagamento, i creditori fondarono il Banco di San Giorgio e riscossero i loro crediti gestendo taluni proventi fiscali. Dopo il 1453, data che segna la caduta di Costantinopoli, Genova uscì dai traffici dell'Oriente e del Mar Nero ed il Banco passò ad amministrare i beni territoriali, talvolta vendendoli; Livorno ad esempio fu venduta a Firenze. La Repubblica divenne una grande azienda diretta dalle maggiori famiglie cittadine, volte a concentrare nelle loro mani enormi risorse economiche. Una di queste famiglie fu appunto quella dei Campofregoso.
I Dogi, secondo l’annalista Stella, venivano eletti dopo una riunione cittadina così come avvenne nel
1415 per Barnaba di Goano:
"iuxta regularum ordinem" e
"rigide incipit Barnabas dux preesse, volens plenissime leges et sibi datas regulas ac statuta servare;" e per Tomaso di Campofregoso:
"consulitur quod, cum esset Ianua multum lacerata dissidiis, eligatur preses qui regulis non sit subditus, cum lex erudiat ut in extraordinariis ordinem non servare sit ordo." Già quindi lo Stella evidenziava la continua tensione tra un sistema comunale - repubblicano e le aspirazioni personali dei Dogi al Governo con l’imposizione delle dinastie famigliari. Agostino Giustiniani, annalista del Cinquecento, narra invece che Agostino Campofregoso fu scalzato dal potere perchè
tentò di esser fatto Vicario dell'Imperatore sopra la città, "volendo più presto essere di quella Signore e Duca a bacheta, che Duce sottoposto alle “regolae” e a i capitoli della città."
Le
regulae rappresentavano un sistema separato di norme che riguardano la figura del Doge (e della sua famiglia), in rapporto al sistema di Governo; offrivano i parametri del progetto
costituzionale entro cui i
Regulatores intendevano far funzionare la macchina del Comune, della
respublica. Sono un insieme di norme, quindi, che si collocano al di sopra del Doge: così aveva stabilito nel 1344 il
Nuovo Consiglio formato per metà di nobili e per metà di popolari. Non diversamente avvenne nel 1345 quando il successore del Boccanegra, Giovanni da Murta, riconobbe questa subordinazione richiamando addirittura il
modum Veneciarum ducis; e sempre in termini analoghi vengono inquadrati i rapporti tra Doge e
regulae nei decenni successivi.
Le
regulae necessitavano di un soggetto politico - istituzionale di riferimento, di un autorità che facesse sì che le
regulae fossero rispettate; questo soggetto era la
Magistratura dei Sindacatori, tra i cui compiti vi era proprio quello di tutelare le
regulae. e di controllare l'operato del Doge e del Consiglio degli anziani.
In particolare i Fregoso, potente famiglia dell'aristocrazia mercantile genovese, si arricchirono notevolmente, divenendo, di fatto, la famiglia più potente di Genova. Molti membri della casata ricoprirono il dogato fra la fine del Trecento e il primo quarto del XVI secolo. La loro linea politica, più che ispirarsi ad una qualche ideologia, fu determinata dai contrasti derivanti dai loro interessi economici. La famiglia degli Adorno fu quella che più riuscì a disturbarne l’operato, tuttavia senza mai riuscire ad ottenere risultati veramente efficaci.
La sequenza dogale genovese, secondo A. Cappelli, è stata la seguente:
Nel 1415 Genova è governata da 2 priori (1415):
Barnaba di Goano 29/3/1415-3/7/1415;
Tomaso Campofregoso 4/7/1415-2/11/1420 abdica;
Genova è occupata dal Carmagnola a nome di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano 2/11/1421-27/12/1435 deposto;
Repubblica con "8 capi di libertà" e Isnardo Guarco Doge 28/3-3/4/1436 deposto;
Tomaso Campofregoso,3/4/1436-24/3/1437 deposto;
Battista Campofregoso, per poche ore;
Tomaso Campofregoso 24/3/1437-genn 1443 deposto;
Raffaele Adorno 28/1/1443 - 4/1 1447 abdica;
Barnaba Adorno 4/1/1447-30/1/1447;
Giovanni o Giano Campofregoso 30/1/1447- + dic 1448;
Lodovico Campofregoso 16/12/1448-1450 deposto;
Pietro Campofregoso 8/12/1450-11/5/1458;
I Campofregoso cedono Genova a Carlo VII°, Re di Francia; il Duca di Lorena diventa Governatore 11/5/1458-12/3/1461;
Repubblica con "8 capi degli artefici" e Prospero Adorno Doge 12/3/1461-3/7/1461;
Spinetta Campofregoso 3/7/1461-14/7/1461 (+17/1/1471);
Lodovico Campofregoso 24/7/1461- 14/5/1462 deposto;
Paolo Campofregoso 14/5/1462 - 8/6/ 1462;
Lodovico Campofregoso 8/6/1452- genn. 1463 (+1490);
Paolo Campofregoso genn 1463-19/4/1464 (+22/4/1498);
Prospero Adorno 17/8/1478-nov 1478;
Battista Campofregoso 25/11/1478-25/11/1483 deposto;
Paolo da Campofregoso 25/11/1483 - ago 1487 deposto (+2/3/1498);
Presenza degli Sforza, Duchi di Milano 23/8/1487-26/10/1499;
Luigi XII°, Re di Francia; Filippo di Cleves, Signore di Ravenstein diventa Governatore 26/10/1499-aprile 1507;
Repubblica con Paolo da Novi Doge popolare 10/4/1507-28/4/1507 (+15/6/1507):
Luigi XII°, Re di Francia 2/4/1507- giugno 1512;
Repubblica con Giovanni da Campofregoso 29/6/1512-mag 1513 (+1529);
Dominazione francese con Antoniotto Adorno Governatore 25/5/1513-16/6/1513;
Repubblica con Ottaviano Campofregoso Doge 18/6/1513-nov. 1515;
Dominazione francese con Ottaviano Campofregoso Governatore 1515-giugno1522;
Repubblica con Antoniotto Adorno nuovamente Doge 2/6/1522-1527 dep. (+1530);
La famiglia dei Campofregoso era così composta:
DOMENICO CAMPOFREGOSO (Genova 1325 circa - 1390 circa) era l’ultimo di sette figli di Rolando e di Manfredina Fregoso. Egli si servì della sua posizione di ricco mercante per organizzare una congiura che, deposto Gabriele Adorno, lo portò al dogato (1370-1378). Il suo nome compare per la prima volta nel 1355 nelle scritture delle compere di san Giorgio, dove non ancora trentenne ricopriva la carica di consigliere anziano e membro del Primario Consiglio. Acquisita stima in questa attività, e venne associato al massimo potere per il Governo della città dal Doge Gabriele Adorno; le sue prime azioni furono rivolte contro i nobili, particolarmente contro i Fieschi.
Già Vicario del popolo, divenne Doge con un colpo di stato. Il 13 agosto 1370, infatti, il popolo fu convocato presso la Chiesa delle Vigne ed arringato dai due "Vicarii del Popolo". Dopo una tumultuosa assemblea guidata da Domenico, che era uno dei due Vicarii, elesse VI Doge se stesso allontanando Gabriele Adorno, che aveva imposto delle tasse impopolari. Domenico esplicò la sua attività nella pacificazione sia dell'entroterra genovese sia nella lotta contro i pirati. Grande autorità gli venne anche per la sua decisa azione nei riguardi dell'isola di Cipro, ove le solite liti fra genovesi e veneziani erano grandemente degenerate. L'azione culminò con la conquista di Famagosta (porto principale dell'isola), che rimase dominio dei genovesi per quasi un secolo.
Il potere politico di Domenico Fregoso si concretò nel 1372, allorchè in quell’anno la flotta genovese, comandata da suo fratello Pietro, riconquistò l'isola di Cipro. Nel 1377 con solenni festeggiamenti accolse il papa Gregorio XI che da Avignone tornò a Roma per istanza di Santa Caterina da Siena. Mentre si accingeva a combattere la compagnia di ventura detta la Stella, nel 1378, il popolo sollecitato da Antoniotto Adorno, lo cacciò dal palazzo di governo condannandolo al bando perpetuo con i suoi familiari conformemente alla sentenza del Doge Guarco.
Combattè dunque la potenza veneziana e tentò invano di sostituire, nel 1379 l'Imperatore d'Oriente Giovanni V Paleologo, con il figlio.
Nel 1390 dopo che nel mese d'agosto suo figlio Giacomo venne eletto Doge, rientrò in patria dall'esilio decedendo nello stesso anno. Fu sepolto nel sepolcreto della famiglia in Santa Marta, dove era stato pure sepolto,
con memoria onorevole, il capostipite della famiglia Rolando Fregoso.
Da Domenico inizia a Genova l'alternanza del potere fra gli Adorno e i Campofregoso.Questo stato di cose terminerà solo nel 1528, con l'attuazione della riforma costituzionale voluta da Andrea Doria.
GIACOMO FREGOSO, (1340-1420). Figlio di Domenico fu per la sua naturale mitezza, tanto diverso dagli altri appartenenti al casato
"quasi che non scorresse nelle sue vene sangue dei Fregoso". Fin da giovane si applicò agli studi umanistici divenendo buon letterato e filosofo. Per questo era grandemente stimato dai suoi contemporanei. Laureato in giurisprudenza, partecipò con grande profitto alla società commerciale istituita sotto il patronato dei Governanti per gli
Affari ed Imprese Marittime nel Levante, costituita nel 1362 con la denominazione di
Maona di Scio. Alla sua affermazione nel commercio seguì il suo successo personale militare del 1373 durante la guerra contro Cipro. Rientrato in patria, fu eletto da suo padre Domenico, che era Doge,
Capitano della Riviera di Ponente. La caduta del potere paterno nel 1378, lo coinvolse con le sventure della famiglia sino al 1383, quando i Fregoso poterono rientrare a Genova, per l’ amnistia voluta dall’allora Doge Leonardo Montaldo.
Il ritorno in patria gli favorì l’ammissione negli anziani, carica alla quale venne eletto pi` volte. Su incarico del Doge Antoniotto Adorno, preparò le accoglienze e l'alloggio per ricevere a Genova il Papa Urbano VI. La sua personalità lo distinse pure in compiti diplomatici presso Amedeo VII di Savoia, detto il Conte Rosso.
Durante la crisi di governo del 1390, dopo la fuga a Savona di Antoniotto Adorno, il popolo in armi lo elesse Doge il giorno 8 agosto, valutando la sua abilità di mercante e di equilibrato politico. I genovesi speravano così di avere un governo pacifico. Ma il clima politico del tempo non si addiceva a chi era «eloquente, studioso, storico, filosofo, prudente, grato ad ognuno e senza molestia » secondo il giudizio che espresse su di lui il Giustiniani.
Un ripensamento di riconquista del potere mosse Antoniotto Adorno, nel 1391, a radunare ottocento uomini in Sestri Ponente per attaccare il Doge che, deciso a rifiutare spargimenti di sangue, si ritirò nel suo studio situato nel pubblico palazzo. I rapporti fra Giacomo Fregoso ed Antoniotto Adorno, dopo una sollevazione avvenuta a Savona, furono compromessi e velati di sospetto nei confronti dell'ex Doge, che visse confinato nel castello di Lerici fino al 1396.
Ritornato a Genova nel 1398, in virtù della stima che gli era rivolta, venne eletto Consigliere Anziano e Ambasciatore a Firenze e Pisa.
Durante il periodo di dominazione francese, venne inviato dal maresciallo Bocicault ai solenni funerali del Duca Gian Galeazzo Visconti, morto a Milano il 3 settembre 1402, accreditandolo in quel Ducato come Ambasciatore della Repubblica di Genova. L'antico suo prestigio diplomatico tornò così ad affermarsi nelle numerose ambascerie che svolse a Roma ed a Venezia; nel 1411 settantunenne ricevette l'incarico di
Provvisore del Mare, con il compito di provvedere alla riorganizzazione della marina da guerra sempre impegnata nelle repressioni contro la pirateria.
La data della morte di Giacomo Fregoso si può dedurre dagli atti relativi alla ripartizione delle sue sostanze stesi attorno al 1420. Il suo corpo venne tumulato nella tomba monumentale fatta edificare dal padre nel sepolcreto di Santa Marta, di cui ai nostri giorni non ne rimane traccia.
Dal libro di Walter Ferro (Storia di Savona e delle sue monete, 2001) riportiamo la discendenza maschile più importante, quella di
Pietro Fregoso, fratello di Domenico.
Cliccando i personaggi in grassetto e sottolineati è possibile seguire la loro storia |
| | Rolando (Orlando) | Pietro (Pietrino) | | | |
| | | | | | |
| | Prospero ---→ | Galeazzo (Galeazino) | | | Zaccaria | | Alessandro |
| | | + c.ca 1465 | | | Giangiacomo ---→ | | Camillo |
| | | | | | Ludovico | | Giangiacomo |
| | Tomaso ---→ | senza figli | | | Giannantonio | |
| | c.ca 1375/6 - +1453 | | | | Giano II° ---→ | | Cesare |
| | | | Giano ---→ | Tommasino ---→ | | Fregosino | | Ercole |
| | Bartolomeo ---→ | | + dic. 1448 | sposato 1451 | | Guido | | Alessandro |
| | + 1442-1447 | | | | | | Annibale |
| | | | Ludovico ---→ | | Antoniotto | | Simonetto | |
| | | | nato 1415 | | Agostino ---→ | | Battista | |
| | | | + 1489 | | + 1487 | | Ludovico | |
| | | | | | Ottaviano ---→ | | Aurelio |
| | | | Spinetta ---→ | Antoniotto | | Federico | |
| | | | Doge 1461, + 1470 | | | |
| | | | | | Alfonso | | Giangiacomo | |
| | | | Nicolò ---→ | | Francesco ---→ | | Gerolamo | |
| | Spinetta ---→ | | + 1452 | | | Nicolò | |
| | + 1425 | | Gian Galeazzo ---→ | | Giambattista | | |
| | | | + dopo 1492 | | Manfredo | | |
| | | | Alessandro | | Orlando | | |
| | | | | | |
Pietro ---→ | | | | Antonio | | | |
figlio Rolando | | | | + 1451 | | | |
1300 - + 1404 ? | | | | Lazzaro ---→ | Antonio ---→ | Pandolfo | |
| | Abramo ---→ | | Paolo Benedetto | | | |
| | | | + dopo 1495 | | | |
| | | | Martino | | | |
| | | | | Tristano | | Pietro | |
| | | | Pietro II° ---→ | | Battista II° ---→ | | | |
| | | | nato 1417 - + 1459 | | Rinaldo | | Martino | |
| | | | Tomaso (Masino)+1459 | | | |
| | Battista ---→ | | Pandolfo ---→ | | Pierbenedetto | | |
| | nato 1380 | | + c.ca 1470 | |Leonello | | |
| | + 1442 | | | | | |
| | | | Paolo ---→ | | Alessandro | | Paolo | |
| | | | + 1498 | | Fregosino ---→ | | Ottaviano | |
| | | | | + 1530 | | |
| | Giovanni ---→ | | Galeotto | | | |
| | nato 1397 | | + 1471 | | | |
| | + 1442 | | Giovanni | | |
Il potere dei Campofregoso era presente in molte localita’ fra cui ricordiamo:
SARZANA, di Tomaso di Campofregoso, proprietà che gli rimase anche in seguito al trattato con il Carmagnola a nome del Duca di Milano Filippo Maria Visconti;
LUCCA, dominata da Castruccio Castracani (1314 – 1328), dopo alterne vicende che videro i Pisani, i Visconti, i Genovesi ed i Fiorentini contendersi il dominio, questi ultimi, nel 1487, guidati da Lorenzo il Magnifico, ebbero la meglio sui Genovesi. In seguito però ritornò sotto il dominio della "Superba", prima attraverso il Banco di San Giorgio e poi, nel 1562, direttamente alla Repubblica di Genova, sotto cui rimase per due secoli;
CARRARA, con il suo territorio che, con la fine del Comitato Vescovile del 1313; passò dalle mani fiorentine a quelle genovesi dei Campofregoso, quindi ancora ai milanesi e attraverso vari e confusi rivolgimenti ed interferenze ad un ramo dei marchesi di Fosdinovo verificandosi così l'unione delle terre del litorale sotto il dominio dei Malaspina (1473). L'istituzione del Comune risale al 1235. Nel corso dei secoli Carrara subì l'occupazione nel 1235 dei Pisani, nel 1322 dei Lucchesi, nel 1329 dei Genovesi e nel 1343 dei Visconti di Milano. Dopo la morte di Filippo Maria Visconti nel 1447 la città fu contesa tra Tomaso I Campofregoso, signore di Sarzana ed i Malaspina;
SAVONA, cui risulta difficile dare una definizione univoca del significato e delle conseguenze del potere della famiglia Fregoso sulla città.
Da un lato esponenti, come Tomaso I (1438-1440 e 1447-1453) possono rappresentare un magnifico esempio di tentativo di signoria personale come intesa nella più classica concezione rinascimentale; dall’altro petrsonaggi come quello di Spinetta I, che dà sfoggio, oltre che di malgoverno, di malefatte, di vere e proprie truffe. La sua lucrosa gestione, che sconquassa l’assetto finanziario delle casse comunali, termina nel 1421 con la vendita della città per 15.000 fiorini.
Ecco un breve riassunto cronologico riguardante gli interventi dei Fregoso a Savona:
1372- Domenico Fregoso ristabilisce l’autorità genovese su Savona
1416- Podestà e Capitano Spinetta I, che di fatto si comporta da Signore della città
1420- Spinetta signore di Savona;
1421- Spinetta cede all’assedio del Carmagnola, alleato di Filippo Maria Visconti, e gli vende Savona
1436 (e parte del 1437?) – Battista Fregoso diviene Podestà;
1438 – 1440 – Tomaso di Campofregoso Signore di Savona;
1447 – Giano Fregoso libera Tomaso, prigioniero a Savona. Da metà anno al febbraio 53 quest’ultimo è nuovamente signore della città;
1453 – 1458 - Gian Galeazzo Fregoso signore. Breve interruzione nel 1455 per l’arrivo dei Catalani, cacciati da Masino Fregoso;
1478 - Signoria di Donna Bartolomea di Campofregoso, madre di Battista;
1481 Signoria di Bernardina di Campofregoso, moglie di Battista;
1482-fine 1483 Signoria diretta di Battista Fregoso;
1483 Paolo Fregoso Signore;
1485 Fregosino Fregoso Signore;
1488: occupazione militare di Alfonso e Alessandro Fregoso, sino al 7 ottobre;
1512 Governatore a nome della Lega Guido Fregoso
1513 Giano II Signore di Savona
1513 fine - Ganchino podestà;
1514 Simonetto podestà e luogotenente per il Doge;
1522 cacciata dei Fregoso, poco dopo la sconfitta dei Francesi
1526 Simonetto Commissario per la Lega;
PORTOFINO, con i seguenti personaggi che si susseguono nel possesso del borgo:
Tommaso Campofregoso, Giovanni Antonio Adorno, Pietro Fregoso, gli Adorno ed i Fieschi, ed Andrea Doria;
anche il Castello di
GROPPARELLO, nei pressi di
Piacenza fu abitato dalla famiglia Fregoso;
MONEGLIA, nel 1425, mentre Genova sottostava ai Visconti duchi di Milano, fu conquistata dalla flotta di Tommaso di Campofregoso ex Doge ed ora Signore di Sarzana ed in conseguenza di questi eventi bellici fratricidi, che terminarono solo nel 1433, fu distrutto il campanile della pieve di Moneglia. I più accaniti nel volerlo abbattuto furono i frazionisti di S.Saturnino, Tessi, Cerro e Monte per dissidi familiari;
SOLETO e
GALATINA in provincia di
Lecce, Contea che fu detenuta per poco tempo da un Campofregoso. Lo dimostra il vicino palazzo Gervasi che ha un elegante portale con un balcone superiore a balaustra. Qui si può notare lo stemma del primo proprietario del palazzo, Lodovico Campofregoso;
AULLA e
TRESANA, in
Lunigiana, che, all'inizio del XV secolo passarono sotto il dominio genovese dei Campofregoso che le mantennero per settant'anni;
LA SPEZIA, che fu dei Campofregoso fu dal 1421 al 1450;
CORSICA, dove Il Papa Niccolo' V nominò Commissario e Signore Lodovico da Campofregoso, fratello del Doge di Genova. I Corsi si sottometteranno al Banco di S. Giorgio di Genova, con l’ approvazione del Papa e dei Campofregoso (1453-1460);. Successivamente Tommasino di Campofregoso di Genova, figlio di Giano I, tenta di farsi Signore; è invece nominato solo Commissario (1460-1464).
Infine il Giustiniani, riferendosi alle cronache genovesi del 1476 ricordando i Fregoso, menziona un bellissimo altare della famiglia in una chiusa di
Verona, come pure la casa posseduta
"grande e ampia nella contrada di San Tommaso, la quale gli fu donata dalla Repubblica per una vittoria ottenuta nell’isola di Cipro e per aver condotto il Re preso a Genova". Dopo Rolando Fregoso, il nome del casato acquistò prestigio con altri personaggi.
Da ricordare pure il palazzo di San Tomaso a
Genova che era uno dei più prestigiosi edifici di villa cittadini. Ristrutturato su preesistenze nel 1368 e usato come residenza estiva dei Dogi, fu donato nel 1375 dalla Repubblica a Pietro da Campofregoso, il conquistatore di Cipro, durante il dogato del fratello Domenico. Il figlio di Pietro, Tomaso da Campofregoso, Doge dal 1415 al 1421 lo ampliò ulteriormente facendo anche dipingere sulla facciata le varie fasi della battaglia di Cipro distrutte però già nel ’21 su ordine del duca di Milano. Il palazzo fu venduto nel 1494 dal suo ultimo abitante della Famiglia, l'Arcivescovo Paolo Fregoso al Cardinale della Rovere per il prezzo di tremila ducati d'oro.
Riportiamo infine la cronistoria di quei tempi che si puo' visionare cliccando sull'apposito seguente bottone: